Modena, il Pd brucia una giovane donna come ‘segretario ripiego’: nessuno si vergogna?
Nella Modena ipocrita, città da sempre comandata da uomini forti, muscolosi, non necessariamente segretari
La Menozzi sarà segretario per due mesi, giusto per non essere scoperti alla Festa de l’Unità. La politica, arte dell’impossibile, ci ha abituati a tutto. Specie quando si parla di giravolte. Ma qui è tutt’altra cosa: qui non c’entrano le giravolte né c’entra la politica: qui è la dignità umana che viene calpestata. E per questo viene da chiedere, all’assemblea PD, soprattutto alle donne dell’assemblea PD: ma davvero deve sempre andarvi bene tutto? Mai che ci sia nessuno che si opponga? O che, in un caso come questo, nessuno che si vergogni almeno un pochino?
Di solito aggiungiamo “sempre politicamente parlando” alle nostre critiche. Ma qui, pur facendo critica politica, i punti non strettamente politici sono diversi: e il bello è che sarebbero tutti cavalli di battaglia del PD. Di quel PD che s’è sempre erto a bandiera delle battaglie – ipocrite? – dei valori civili, della giustizia, della pari opportunità, del lavoro giusto, della giusta retribuzione. E del contratto a tempo indeterminato, almeno dopo la parentesi renziana.
E nella nomina della Menozzi manca tutto: c’è un incarico a tempo determinato che più determinato non si può. C’è l’affermazione che il segretario è di ripiego e verrà sostituito. C’è il patriarcato di un partito che a livello nazionale avrà sì eletto Elly Schlein, ma di fatto è governato da uomini che a capo di tutto vorrebbero un uomo. I quadri dirigenti del partitone, alle primarie, avrebbero eletto Stefano Bonaccini, altro che Schlein. Soprattutto a Modena: una città da sempre comandata da uomini forti, muscolosi, non necessariamente segretari. Dove l’unico segretario donna, Lucia Bursi, ebbe vittoria facilissima contro il veterodemocristiano quasi forzista Giuseppe Schena, politicamente troppo debole per competere contro gli ex comunisti – e per questo unico dei solieresi a perdere. Dove alle ultime amministrative nei comuni più grandi, piuttosto che guardare alle donne, il PD ha preferito candidare personaggi esterni al PD, come Massimo Mezzetti e Righi.
Ed è soprattutto sul mancato rispetto delle donne che il PD di Gian Carlo Muzzarelli, di Luca Sabattini, di Stefano Vaccari ha mostrato i suoi veri limiti. Perché è chiaro a tutti che il punto di arrivo deve essere un uomo: più facilmente governabile e indirizzabile, secondo le vecchie liturgie, alle giuste candidature alle politiche del 2027. Mentre una donna può essere pericolosa, specie se decide in proprio come la Menozzi - o come Caterina Bagni, sindaco di Soliera, un’altra che decide di testa sua.
Magath
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