Massimo Mezzetti, annunciato come candidato primo cittadino dal Pd a metà gennaio, è al lavoro da quattro settimane nel cucire rapporti, nel lavorare sul programma, nel discutere coi cittadini e con gli alleati, nel cercare una sintesi coi 5 Stelle, finanche nel spartire poltrone e poltroncine post-vittoria.
Insomma, Mezzetti sa di partire favorito, ma non per questo ha aspettato ad accendere la grande macchina elettorale Pd. Purtroppo nel campo dell'opposizione la situazione è tristemente congelata.
Solo Forza Italia ha giocato con giusto anticipo mettendo in campo il proprio candidato, nella figura di Piergiulio Giacobazzi, di più del resto il partito di Tajani, guidato a Modena da Antonio Platis, conscio dell'attuale gap in termini di consensi elettorali rispetto a Fdi, non poteva fare.
Il pallino, come detto e ribadito da mesi, per il centrodestra modenese era ed è in mano a Fratelli d'Italia, partito traino della coalizione e guidato dal coordinatore regionale Michele Barcaiuolo (nella foto), con la deputata Daniela Dondi che ha pensato fosse più saggio sfilarsi in anticipo dalla partita.
Ora, tornando a notizie ufficiose, si aspetta che la scelta tra Negrini e Giacobazzi (prime vittime di questa estenuante attesa) venga sciolta su un tavolo romano dai leader nazionali di Lega, Forza Italia e Fdi, arrivando verosimilmente così al nome ufficiale del candidato sindaco intorno a fine febbraio.
Un ritardo nella individuazione del nome del candidato e, conseguentemente, nella creazione di una squadra credibile agli occhi degli elettori, che ormai appare palese e che non fa altro che aumentare il gap storico tra centrodestra e centrosinistra a Modena. Così, a un Pd già rodatissimo e forte, il centrodestra ha finito per concedere anche il vantaggio del fattore tempo. Piove sul bagnato e brilla il sole su chi è già abbondantemente abbronzato.
Giuseppe Leonelli