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Opinioni Il Punto

Nomine Modena: è il gioco di sempre, le competenze specifiche non sono la priorità

Nomine Modena: è il gioco di sempre, le competenze specifiche non sono la priorità

Lo stupore è l'ultima fiammella, l'ultimo anticorpo che ancora resta per non cedere all'assuefazione di un sistema di potere talmente autoreferenziale


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Siamo alla prima vera infornata di nomine del nuovo sindaco di Modena Massimo Mezzetti e - puntuali come le tasse - si ripropongono le dinamiche che da sempre guidano la scelta dei vertici di enti partecipati e controllate. Le liti tra l'attuale sindaco e il suo predecessore, i dissapori tra la giunta e il Pd, i contrasti e i distinguo di facciata trovano magicamente una ricomposizione al momento delle nomine, decise dal sindaco con il paravento di avvisi pubblici non vincolanti e spesso neppure considerati. Altro che cambio di passo, quando nella Modena che non cambia colore politico di governo da 80 anni si deve decidere chi debba avere ruoli di comando, l'unica logica che si rispetta è quella dell'appartenenza e della fedeltà al sistema di potere locale, con un sguardo attento sugli equilibri da manuale Cencelli.
Si interpretano così la scelta di nominare l'ex assessore Bosi alla guida della Agenzia per la mobilità Amo (ruolo da 33mila euro l'anno), l'ex consigliera della Bper e della Fondazione San Carlo Valeriani alla guida di Seta (compenso da 51mila euro l'anno), la civica a supporto di molteplici campagne elettorali Pd Chiara Giovenzana a ForModena (compenso da 8mila euro) e l'ex consigliera Pd Cinzia
Cornia alla presidenza della Fondazione Cresciamo (ruolo per il quale da statuto non è previsto compenso).
La questione relativa alle competenze dei nominati resta sullo sfondo e rappresenta un interrogativo aperto per i cittadini. Queste figure, certamente di altissimo profilo umano e professionale, non è questo il tema, quanto conoscono le realtà che sono chiamati a guidare?
Rimanendo al nodo trasporto pubblico parliamo di due enti che devono giocare una parte decisiva in vista dei delicati passaggi che si profilano all'orizzonte. Seta si prepara ad essere incorporata in Tper e il ruolo di Amo, finora una nebulosa impalpabile, sarebbe sulla carta decisivo. Ma se la competenza non è il criterio di scelta, allora è evidente che a pagarne il prezzo sono i cittadini che vengono rappresentati da figure senza esperienza su ciò che devono governare. Ovviamente, nulla contro l'assessore Bosi, espressione della corrente Schlein, evidentemente 'punito' mesi fa da Mezzetti con l'esclusione dalla giunta e ora ricompensato per non aver 'rotto' con il partito, cosa che per esempio ha fatto l'ex assessore Grazia Baracchi e che quindi è uscita per sempre dal 'cerchio dell'amicizia'.
L'ex assessore Andrea Bosi, gentile e affabile, non ha colpe, è semplicemente l'ultimo tassello di un mosaico che si ripropone sempre uguale a se stesso.
Bosi in Amo prende il posto che lascia Stefano Reggianini, ex sindaco di Castelfranco Emilia ora chiamato a guidare il Pd provinciale e nel cui curriculum non spiccavano particolari sensibilità in termini di mobilità, così come Elisa Valeriani deve sostituire in Seta Alberto Cirelli, le cui competenze sui trasporti affondano solamente nella sua elezione a consigliere comunale Pd.
Funziona così oggi come sempre e allora - viene da chiedersi - perchè stupirsi? La risposta è semplice, perché lo stupore è l'ultima fiammella, l'ultimo anticorpo che ancora resta per non cedere all'assuefazione di un sistema di potere talmente autoreferenziale da far passare come 'normale' quello che di normale non ha proprio nulla.
Cinzia Franchini
Foto dell'autore

E' imprenditrice artigiana nel settore del trasporto di merci conto terzi ed è consulente per la sicurezza dei trasporti di merci pericolose ADR su strada. E' RSPP e si occupa di gestire tutte le att...   

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