Il Movimento delle origini non esiste più e le giustificazioni trovate dagli ex rivoluzionari grillini per spiegare il loro arruolamento nelle fila del potere locale si sciolgono tristemente come ghiaccioli all'amarena in un lavandino di alluminio. Gli annusatori di meloni, gli stornellatori, i ribelli del vaffaday che ancora calcano le scene del potere, appaiono come controfigure di un passato irriconoscibile.
Il Movimento delle origini non esiste più, ma la lunga agonia non è ancora finita. Ora a Roma è la volta della 'fase costituente', della lite tra Conte e Grillo, delle misere baruffe per l'ultima poltrona disponibile. In Emilia e a Modena chi una poltrona ce l'ha continua la recita del sostegno al Pd: in Giunta, in Consiglio e in Assemblea Regionale. Si passa dal 'bravo Mezzetti, miglior sindaco dal dopoguerra e miglior politico dai tempi di Cavour' al 'buon lavoro presidentissimo De Pascale', con applausi social, sorrisi e tanto tanto tanto senso di responsabilità progressista. Col Pd sazio e pigro che, dopo averli fagocitati, ormai nemmeno li ringrazia. Ex grillini, ininfluenti numericamente per incidere sulla realtà, vittime di una metamorfosi che ne ha storpiato la identità: due miserie in un corpo solo per citare il grande poeta di Milano.
Triste fine di un sogno al quale un italiano su tre si era aggrappato. Ultimo ingenuo sussulto di una politica alla quale è ormai impossibile credere.
Giuseppe Leonelli