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M5S, polvere di stelle: anche a Modena la triste fine dell'ultimo sussulto giacobino

M5S, polvere di stelle: anche a Modena la triste fine dell'ultimo sussulto giacobino

Il Movimento delle origini non esiste più, ma la lunga agonia non è ancora finita. Ora è la volta della 'fase costituente', della lite tra Conte e Grillo, delle misere baruffe per l'ultima poltrona


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Difficile trovare ancora parole per descrivere la tragicomica mutazione del Movimento 5 Stelle. A Roma come in Emilia Romagna, come a Modena. Il risultato delle elezioni regionali di domenica ha segnato l'ultima tappa di una via crucis infinita che ha portato gli ex grillini a tradire tutto l'afflato giacobino pensato da Grillo e Casaleggio. Proni rispetto a quel Pd che in Emilia Romagna avevano dall'alba dei tempi contestato, pronti a sostenere il delfino di quel Bonaccini che per anni è stato oggetto di critiche feroci, i 5 Stelle emiliani si ritrovano a fare i conti con un risultato vicino alla dissoluzione. Un 3,5% che fa scattare un solo consigliere, punendo oltremisura l'impegno dei candidati modenesi, Barbara Moretti e Massimo Bonora su tutti.
Il Movimento delle origini non esiste più e le giustificazioni trovate dagli ex rivoluzionari grillini per spiegare il loro arruolamento nelle fila del potere locale si sciolgono tristemente come ghiaccioli all'amarena in un lavandino di alluminio. Gli annusatori di meloni, gli stornellatori, i ribelli del vaffaday che ancora calcano le scene del potere, appaiono come controfigure di un passato irriconoscibile.
Gli altri, coloro che se ne sono andati per tempo, stanno in silenzio o con la disillusione della sconfitta puntano il dito contro i loro ex compagni di avventura divenuti stampelle del Sistema.
Il Movimento delle origini non esiste più, ma la lunga agonia non è ancora finita. Ora a Roma è la volta della 'fase costituente', della lite tra Conte e Grillo, delle misere baruffe per l'ultima poltrona disponibile. In Emilia e a Modena chi una poltrona ce l'ha continua la recita del sostegno al Pd: in Giunta, in Consiglio e in Assemblea Regionale. Si passa dal 'bravo Mezzetti, miglior sindaco dal dopoguerra e miglior politico dai tempi di Cavour' al 'buon lavoro presidentissimo De Pascale', con applausi social, sorrisi e tanto tanto tanto senso di responsabilità progressista. Col Pd sazio e pigro che, dopo averli fagocitati, ormai nemmeno li ringrazia. Ex grillini, ininfluenti numericamente per incidere sulla realtà, vittime di una metamorfosi che ne ha storpiato la identità: due miserie in un corpo solo per citare il grande poeta di Milano.
Triste fine di un sogno al quale un italiano su tre si era aggrappato. Ultimo ingenuo sussulto di una politica alla quale è ormai impossibile credere.
Giuseppe Leonelli
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