Covid, il modello Veneto ha funzionato. Quello emiliano e lombardo no
L'ex primario del Ps: 'In Veneto in partenza aveva tre volte la mortalità dell'Emilia Romagna e ora invece la situazione è ribaltata'
chiedo di nuovo ospitalità in qualità di medico esperto per esporre alcune considerazioni tecniche sul Covid19 e sulle quali da più di due mesi auspico un dialogo. Sin dall’inizio della pandemia si sono confrontati due modelli sia a livello internazionale sia a livello regionale. La Lombardia e la Emilia Romagna hanno seguito le indicazioni del governo centrale, la regione Veneto al contrario, sotto consiglio del professor Andrea Crisanti e dopo i dati epidemiologici derivati dallo studio di Vo’, ha scelto una strada diversa. In sintesi in Veneto hanno eseguito tamponi a tappeto, hanno isolato gli ospedali dirottando i casi sospetti in strutture alternative. In Emilia Romagna al contrario hanno riservato i tamponi a casi conclamati e hanno centralizzato i pazienti Covid 19 o sospetti in ospedale. Risultato: in Veneto in partenza aveva tre volte la mortalità dell'Emilia Romagna e ora invece la situazione è ribaltata. Ci sono poi altri modelli interessanti come Germania, Corea, Israele, eccettera...
Ritenevo indispensabile sin da subito un confronto serio e costruttivo alla ricerca del modello migliore. Onestamente mi sono trovato in difficoltà; i giornali locali hanno dedicato intere pagine all’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera Universitaria; ricordo che il Direttore Generale dell’ASL, dottor Brambilla, ha diffidato il personale sanitario ad esprimersi in qualunque modo su tematiche relative al Coronavirus. Quindi solo voci di sperticato elogio tipo siamo i migliori al mondo.
Chiunque come il sottoscritto abbia provato a confrontarsi sui modelli non solo è stato bandito dalla stampa locale ma indicato come nemico del bene comune. Probabilmente una maggior umiltà e uno sguardo al vicino avrebbero potuto dare risultati migliori e difendere meglio eroici operatori e pazienti.
PS segnalo che mi sono offerto da subito come medico volontario ma l’offerta non ha trovato riscontro.
Daniele Giovanardi - ex primario Pronto soccorso di Modena
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