La raccolta differenziata è un feticcio
Invece di focalizzarsi sulla percentuale di differenziata, bisognerebbe considerare la quota di rifiuti effettivamente riciclati/riutilizzati
Per quanto ovvio, mette conto chiarire che la raccolta differenziata rappresenta un valore – cioè un beneficio – solo in quanto e nella misura in cui i rifiuti una volta differenziati vengano riutilizzati/riciclati. Peccato che ciò non sia affatto scontato. Basterebbe assistere a qualcuno dei molteplici convegni e seminari scientifici che si tengono in ambito accademico o presso enti di ricerca e innovazione fra Bologna e Reggio Emilia per rendersi conto che buona parte delle tecnologie funzionali al riuso/riciclo dei rifiuti sono ancora allo stato sperimentale, ben lontane dall’industrializzazione. Quindi qualche dubbio sull’utilità di quel vero e proprio feticcio che è la raccolta differenziata è forse legittimo. Tanto che, per farsi un’idea dei benefici del servizio forse sarebbe preferibile che, invece di focalizzarsi sulla percentuale di differenziata, si considerasse la quota di rifiuti effettivamente riciclati/riutilizzati (al netto del relativo costo di trasformazione). Ovviamente dovrebbe trattarsi di un dato verificabile. Non mi meraviglierei se l’esito di questa ridenominazione fosse deludente; in fondo si tratta di una vicenda per molti versi analoga all’altro idolo, quello delle energie rinnovabili (solare ed eolico). Di queste ultime si parla solo in termini di incidenza sul mix nazionale, ma nessuno è ancora stato in grado di dimostrarne i benefici, visto che finora esse non hanno contribuito né a calmierare i costi dell’energia né a ridurre la dipendenza energetica del Paese (prosegue infatti la ricerca spasmodica di GNL a prezzi multipli del gas russo mentre si sogna un futuro nucleare).
Per concludere con una considerazione terra-terra, se non mi meraviglia che un’amministrazione trovatasi a gestire una scelta sbagliata non abbia il coraggio di ammettere l’errore della giunta precedente, trovo difficile giustificare l’inettitudine di uno schieramento di opposizione che ha preferito protestare su aspetti particolari e secondari senza mettere in discussione l’effettiva utilità dell’operazione porta a porta.
Stefano Bellei
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