L'attacco alla manifestazione di febbraio, si distingueva per i modi aggressivi e velenosi sui social. Tant'è che arrivarono a far leva sul centro-destra modenese, nelle figure dei consiglieri Bertoldi prima e Negrini poi, che portò la questione in Consiglio Comunale, per ottundere gli organizzatori della manifestazione.
Si trattò di un veemente attacco concentrico (con interventi ossessivi sui social anche di consiglieri del centro-destra della provincia), talmente eccessivo da far subodorare fin da subito che qualcosa covasse.
Ora abbiamo visto, che a covare era l'intenzione di boicottare gli interlocutori di quella manifestazione - tra i quali c'era il Siulp con Butelli - allo scopo di sgombrare il campo e far entrare in gioco nuovi personaggi di tutt'altro stampo.
Abbiamo anche visto, che il movente di tali manovre è risultato essere quello di colpire direttamente la giunta modenese. Ricordiamo infatti, che gli interlocutori di febbraio portavano avanti tematiche principali del tipo: Questura in fascia A e Zone Rosse... e secondariamente: Daspo e mini-Daspo urbani.
Mentre invece i nuovi interlocutori dell'assemblea alla palazzina Pucci, hanno messo direttamente nel mirino il sindaco Mezzetti e l'assessore Camporota.
In tal senso, va sottolineata ancora una volta l'organizzazione concentrica e la marcata matrice politica, cristallizzata dall'entrata in campo del vice-segretario Lega ed europarlamentare Vannacci, che una volta ricevuti i pizzini da Modena, ha prima attaccato direttamente Mezzetti, poi ha mandato alla palazzina Pucci il suo Team, con la rappresentante locale Federica Barozzi.
Non a caso tra i manovratori di quella serata che in precedenza hanno militato e avuto ruoli nella Lega modenese.
Ma la matrice politica è ben più vasta, al punto che il consigliere regionale Trande arriva a dire: 'la destra esca allo scoperto e non si nasconda dietro il civismo di facciata'
Infatti intorno a questa vicenda gravita una pletora di personaggi, da anni attiva politicamente nell'ambito del centro-destra. Personaggi perlopiù irrisolti, che ora stanno usando il tema della sicurezza, per colpire politicamente di sponda.
In definitiva, abbiamo a che fare con un meschino revanscismo, mascherato da intento sociale.
Daniele Ansaloni