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Un aumento del diritto camerale che graverà sulle imprese modenesi, che sono per il 97% piccole imprese, per circa 7 euro pro quota. Un incremento inaspettato in considerazione della riorganizzazione del sistema camerale fortemente voluta anche dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Un processo di riforma avviato con l’articolo 28 della legge 114/2014, di conversione del decreto legge 90/2014 (misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari), che tra l’altro ha introdotto una riduzione graduale del diritto annuale delle Camere di Commercio pari al 35 per cento per l'anno 2015, al 40 per cento per l'anno 2016 e al 50 per cento a decorrere dall'anno 2017.
Ora a Modena, come pure in tutte la Camere regionali (più variegata la situazione nel resto del paese) si è deciso di fare diversamente e quindi di non dare corso alla ulteriore riduzione programmata .
L’incremento del diritto camerale annuale produrrà nuovi introiti pari a circa a 1,2 milioni di euro. Perché questo cambio di rotta? Intanto è bene ricordare che da sempre le Camere di Commercio hanno avuto nella loro discrezionalità la possibilità di aumentare del 20% le quote annuali per la realizzazione di specifici progetti. Possibilità di cui la Camera di Modena non si è avvalsa. Ora su richiesta del Presidente nazionale di Unioncamere, il siciliano confindustriale Ivan Lobello, pare che il Governo, attraverso il ministro allo sviluppo economico Calenda, abbia espresso un parere favorevole a tale incremento, purchè finalizzato alla realizzazione di programmi definiti ovvero che siano inseriti nel quadro delle politiche strategiche nazionali, con indicazione di due precisi temi, la digitalizzazione delle imprese e il rafforzamento del dialogo tra scuola e mondo del lavoro.
A questi se ne sommano due specifici per l’Emilia-Romagna e gia condivisi con la regione: l’internazionalizzazione delle imprese emiliano-romagnole e la promozione turistica e culturale integrata e di qualità.
Relativamente alla progettualità sull’internazionalizzazione, proposta a livello regionale, potrà invece accadere che la Camera di Commercio di Modena, che attraverso l’Azienda speciale Promec gestisce già attività condivise in regione su tale materia, risulti destinataria di altri contributi.
Rimangono due riflessioni conclusive. La prima: l'incremento delle quote potrebbe rappresentare una boccata d'ossigeno per molte di quelle Camere che, malgrado fusioni e razionalizzazioni continuano ad essere in forte sofferenza (non è il caso di Modena, una delle più virtuose in Italia e in buona salute) ma che andrebbe a gravare ancora una volta sulle imprese. La seconda: Promec una struttura con i conti poco in ordine e che pare più utile a se stessa piuttosto che invece, come dovrebbe, agli imprenditori del territorio.
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