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Dai sindacati alle associazioni, tutti col Pd: pensiero unico modenese

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A Modena non ci si stupisce nemmeno più che tutti siano d'accordo. Applausi stanchi e annoiati fanno da cornice alla solita rappresentazione, l'unica premura è che la commedia finisca entro l'ora di cena


Dai sindacati alle associazioni, tutti col Pd: pensiero unico modenese
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Alla vigilia dell’approvazione del Bilancio di previsione 2025-2027 il Comune di Modena ha diffuso un protocollo d’intesa 'per lo sviluppo, la coesione sociale e il futuro della città' (qui). Come noto il protocollo è stato firmato da tutto il mondo dell'associazionismo e del sindacato modenese. Piazza Grande ha venduto questo documento come un sì incondizionato al bilancio con stangata da 8 milioni, suscitando il distinguo della Cgil, ma comunque resta il fatto che l'accordo è stato trovato.

Di fatto Cgil, Cisl, Uil, quel che un tempo fu Rete imprese Italia (Cna, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato), Cia, Coldiretti, Confagricoltura Modena-Emilia Romagna, Confapi Emilia, Collegio Imprenditori Emilia, Ance Emilia Area Centro, Confcooperative, Legacoop, Forum Terzo Settore (Acli, Ancescao, Arci, Auser, Csi, Uisp, Cooperativa Aliante), Aics Modena e Coop Spazio, condividono la visione della giunta Pd sul futuro della città.
Ci sono tutti. Non una voce dissonante. Tutti entusiasticamente d'accordo.
Ovviamente la amministrazione Pd (e lasciamo perdere il gioco delle parti e dei finti distinguo tra sindaco Mezzetti e Dem) presenta questo protocollo come un successo. E ci mancherebbe. Dal punto di vista del Sistema di potere locale è indubbiamente una vittoria.
Ma questo coro unanime, questa visione condivisa e unitaria sul futuro della città, siamo certi che sia un bene? Passi per la Cgil o per la Cna, storicamente vicini al centrosinistra e peraltro oggi paradossalmente più critici di Cisl o Confcommercio, ma è possibile che a Modena non vi sia una voce critica strutturata? Possibile non vi sia un soffio di vento a far danzare le foglie del pensiero unico modenese? Possibile che vada davvero tutto bene così? Che questo sia il migliore dei mondi possibili? Che i limiti del trasporto pubblico siano colpa di Seta e che il fallimento della raccolta differenziata sia colpa di Hera, come se Hera e Seta fossero enti di emanazione divina e non espressioni del solito moloch Pd? Possibile che le lacune sulla sicurezza siano legate solo alle colpe del Governo, che la cultura in naftalina sia in realtà espressione di una visione culturale 'diffusa', che il valzer delle nomine sia in realtà meritocrazia mascherata, che gare e appalti vinti sempre dai soliti noti siano la normalità per garantire la riuscita di cantieri e progetti? Possibile che la risposta ai problemi creati dal Sistema di potere locale possa arrivare solo dallo stesso Sistema locale, con plauso di gran parte dei media e, ovviamente, della tv edita dalla cooperativa vicina al Pd?

Indubbiamente le responsabilità delle opposizioni sono enormi. Al di là del teatrino del dibattito in Consiglio comunale o delle schermaglie fatte di comunicati e controcomunicati, è evidente che il centrodestra, l'anima liberale, tutto il mondo della sinistra 'antisistemica', non è riuscito in decenni a creare una alternativa credibile in grado di intercettare associazioni e mondi della società civile. Oggi nel mirino finisce inevitabilmente Fratelli d'Italia perchè ha la responsabilità numerica di guidare questo pensiero difforme, ma ieri lo stesso ruolo venne abdicato prima dalla Lega e prima ancora da Forza Italia.
Eppure, passeggiando per la città, ascoltando le persone, questo pensiero unico non è così granitico. E la linea di demarcazione non è destra-sinistra, ma cambiamento-conservazione. Il Sistema fa la sua parte e continua a riproporsi come sempre da 80 anni. Per dirla oggi, non è colpa di Mezzetti o del Pd: il problema è che nella ricca e conservatrice Modena, così come a Reggio o Ravenna, nessuno sinora è stato in grado di rappresentare il dissenso, di dar voce a una libertà talmente frustrata nel tempo da essersi tramutata in rassegnazione. E così, un po' per quieto vivere, un po' per interessi trasversali, un po' per pigrizia, si finisce per accettare tutto e per rinunciare anche all'ultimo sussulto: lo stupore. Fosse anche uno stupore frutto di errore.
A Modena non si rischia di sbagliare, non ci si stupisce nemmeno più che tutti siano d'accordo. Applausi stanchi e annoiati fanno da cornice alla solita rappresentazione, l'unica premura è che la commedia finisca entro l'ora di cena. E domani è un altro giorno.
Giuseppe Leonelli

Giuseppe Leonelli
Giuseppe Leonelli

Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato ..   Continua >>


 
 
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