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All’inizio del suo mandato, nell’estate del 2018, il presidente dimissionario Andrea Cattabriga aveva annunciato una rivoluzione all’interno di Seta che purtroppo non si è mai verificata. L’incontro avuto a suo tempo con USB Lavoro Privato aveva ben fatto sperare, aprendo la strada ad un percorso di collaborazione e di relazioni sindacali per attuare le riforme che si chiedevano in termini di miglioramento delle condizioni di lavoro, ripristino di diritti basilari e inalienabili, armonizzazione dei contratti di tutti i lavoratori e lavoratrici dei tre bacini, e un servizio migliore per gli utilizzatori del trasporto pubblico locale. Al presidente che aveva gli stessi obbiettivi dell nostro sindacato andava tutta la dovuta stima e fiducia; peccato che il percorso è stato sempre in salita e che si sia interrotto per meccanismi e logiche che possiamo immaginare, a nostro avviso legate ai profitti e ai pareri contrapposti anche dell’altra parte del Consiglio di amministrazione dell’Azienda'.
Così Usb lavoro privato in una nota commenta le improvvise dimissioni annunciate ieri l'altro da Andrea Cattabriga.
'Per questo pensiamo che le motivazioni delle dimissioni di Cattabriga non siano solo di natura personale, ma perché si sarà reso conto delle difficoltà nell’imporre un cambio di politica all’interno di Seta, anche nel riportare semplici principi di democrazia da molto tempo aboliti. Se come pensiamo hia trovato un terreno difficile, non ha usato però il pugno di ferro e non è riuscito ad attuare il cambiamento promesso: è stato il presidente delle lettere di ringraziamento e di stima verso tutti, ma in una azienda come Seta c’era bisogno di ben altro - continua Usb -. Basta pensare che sono passati otto anni dalla nascita di Seta, e in questo arco di tempo non si è neanche riusciti a fare un unico contratto di lavoro a condizioni più favorevoli, tra Modena, Reggio Emilia e Piacenza.
Attualmente i lavoratori di Modena sono quelli che hanno le condizioni peggiori e che continuano a pagare il prezzo della fusione. Seta è una Azienda unica solo sulla carta. Apprezziamo il coraggio che ha avuto di dimettersi, consapevoli che dovevano fare la stessa scelta anche altri Dirigenti, e lo ringraziamo perché erano ritornate delle pratiche normali, come quelle almeno di ricevere e ascoltare i problemi di lavoratori e lavoratrici o di inviare un semplice telegramma di condoglianze al dipendente che aveva subito un lutto; piccole cose ma apprezzabili, dal momento che prima neanche questo si faceva, con l’intenzione di mantenere una distanza enorme tra dirigenza e dipendenti. Diciamo che anche prima del Covid, Seta ha sempre attuato le regole del distanziamento sociale Aziendale. Chiediamo poi al sindaco di Modena di non continuare a fare il sordo per i problemi di Seta e dei Lavoratori, visto che ha la responsabilità di nominare il nuovo Presidente, altrimenti dimostrerà che il solo interesse è quello di distribuire un’atra carica politica, senza tener conto di meriti e capacità'.
Redazione Pressa
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