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'Apprendiamo con favore che per la prossima primavera i lavori termineranno e il Parco delle Rimembranze potrà essere nuovamente rianimato dalla presenza dei chioschi che in anni passati ne fecero uno stabile punto di ritrovo e di aggregazione di tutti i modenesi; nello stesso tempo tuttavia auspichiamo vivamente che vengano realmente recepite le indicazioni della sentenza penale del Tribunale di Modena (emessa nel giugno 2017) e che quindi i nuovi chioschi vengano realizzati nel pieno rispetto dei vincoli urbanistici, culturali e paesaggistici vigenti, oltre che ovviamente con strutture più contenute e leggere rispetto a quelle del progetto guida iniziale'. Così Antonio Baldini della segreteria Lega di Modena interviene sul caso-Chioschi sbloccati dall'accordo tra Comune e privati (ultimo in ordine di tempo quello con i gestori di Bobotti) dopo il dissequestro.
'Rammentiamo difatti – di fronte a un certo “semplicismo” o “revanchismo” di taluni - che il processo penale a carico dei dirigenti e amministratori comunali (tra cui spicca l’ex assessore all’edilizia Sitta) è iniziato nel 2014 a seguito di un esposto dell’associazione Italia Nostra, ma è proseguito per tre anni a seguito dell’azione penale esercitata dalla Procura della Repubblica di Modena, che quindi non ha ritenuto infondati o pretestuosi gli illeciti penali/amministrativi denunciati da quell’associazione e aveva ottenuto dal G.I.P. del Tribunale di Modena (quindi da un giudice “terzo”) il sequestro preventivo delle strutture o “scheletri” nel frattempo realizzati - continua Baldini -. La sentenza a quanto ci risulta è stata appellata dal Pubblico Ministero, per cui ci chiediamo che cosa succederà se la Corte d’Appello stravolgerà il verdetto di primo grado e gli innocenti di oggi saranno dichiarati magari colpevoli.
Molto più saggio da parte dell’amministrazione comunale (sia quella della giunta Pighi, che quella della giunta Muzzarelli) sarebbe stato avviare un confronto reale con i gestori dei pubblici esercizi per recepire i loro suggerimenti e realizzare magari sin da subito progetti con strutture più leggere e gradevoli dal punto di vista estetico, anziché paventare di revocare i permessi secondo la logica del “prendere o lasciare” (come è emerso nel corso dell’istruttoria del processo penale)'.
'In altre parole, se l’atteggiamento dell’amministrazione è stato di chiusura totale a qualunque critica costruttiva non ci si può poi lamentare, come ha fatto il sindaco Muzzarelli nel corso di un proprio intervento, che a Modena c’è chi dice “no a tutto” o fa il “conservatore di mestiere”, stigmatizzando la condotta di Italia Nostra e quindi di quelle associazioni slegate dagli influssi dei partiti (e in particolare del Pd locale) che tutelano realmente gli interessi diffusi della società civile. Il “caso chioschi” dovrà dunque essere ricordato come un esempio di come non si amministra la città di Modena'.
Redazione Pressa
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