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Una cosa deve essere chiara, l'emergenza Covid divampata di nuovo in questi giorni non è un fulmine a ciel sereno. Scorrendo i titoli dei resoconti dell'ultimo mese che La Pressa pubblica quotidianamente sull'andamento della pandemia in provincia, almeno una decina di volte abbiamo sottolineato come i dati di Modena fossero i peggiori in Emilia Romagna e non solo.
'Modena è la peggiore', si è scritto e ripetuto, eppure sul 'caso Modena' si è voluto minimizzare. Nessuna misura contenitiva ad hoc è stata presa dall'amministrazione locale, nessun focus è stato attivato dalla Regione, con il presidente Bonaccini che addirittura evocava la apertura dei ristoranti la sera strizzando l'occhio a Salvini. Insomma, nessun azione sul territorio in aggiunta a quelle imposte da Roma. Si è continuato con generici appelli e con parallele ostentazioni ottimistiche.
Si è delegato tutto alla chimera vaccinale ('Vaccinare, vaccinare, vaccinare', è il solo appello che il sindaco di Modena ha fatto dopo un prolungato silenzio) e intanto si è pensato ad altro, nemmeno soffermendosi sul dramma vissuto nelle cra.
Ora, con l'emergenza esplosa e con la curva dei contagi schizzata verso l'altro, torna la paura, tornano gli allarmi dagli ospedali, tornano le transenne nei parchi e le misure eccessive e tardive come il paradossale divieto di fumare per strada. Insomma la provincia risprofonda nella paranoia e nel dramma ad oltre un anno dall'apparir del virus.
La cosa più grave, come abbiamo scritto, è che, di fronte alla emergenza non gestita, i primi a pagare siano stati i bambini e i ragazzi privati del diritto allo studio.
Perchè forse, se fossero state prese misure contenitive preventive, non si sarebbe arrivati alla estrema ratio improvvisa di chiudere le scuole (misura per ora non applicata in diverse altre realtà). O quantomeno era un dovere tentare prima tutte le strade possibile per evitare la chiusura delle aule. Ed è evidentemente troppo facile ora dare tutta la colpa al Governo.
Il sindaco Muzzarelli, lo ricordiamo, è anche presidente unico (eliminata la figura del copresidente) della Conferenza territoriale socio-sanitaria e in questo contesto non può chiamarsi fuori da una assunzione di responsabilità. Per mesi sui social ha parlato di tutto fuorchè di pandemia, come nella prima ondata ha cercato di evitare il tema e una settimana fa ha addirittura lanciato un festoso 'si riparte' pensando al Motor valley. Un atteggiamento che ha messo in imbarazzo anche molti sindaci della provincia (come emerso anche negli ultimi vertici prima della chiusura delle scuole), sindaci decisamente contrari a questo approccio.
Ora, davanti al nuovo dramma, comunque tutti evocano come sempre uno 'spirito unitario'. 'Le colpe di tutto questo le cercheremo dopo', che è un modo per dire: 'non le cercheremo mai'.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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