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Se il sindaco di Modena Mezzetti sta cercando in tutti i modi di imporre una lodevole indipendenza nella formazione della giunta rispetto ai diktat di partito, in casa Pd la situazione è tutt'altro che serena. Il più scalpitante è l'assessore uscente Andrea Bosi che è tutt'altro che arreso all'idea di essere stato escluso da un assessorato. Dopo aver rinunciato alla corsa a sindaco in solitaria (operazione promessa a lungo e poi ritrattata), dopo aver accettato di essere candidato col Pd (finendo quinto dietro a Venturelli, Bortolamasi, Baracchi e Lenzini), Bosi sperava di poter contare sulla sua antica vicinanza a Mezzetti per poter ottenere una conferma in giunta.
Invece il Pd per la giunta ha scelto un altro poker (Venturelli, Bortolamasi, Guerzoni e Maletti) e per Bosi resta solo 'il contentino' della presidenza del Consiglio comunale.
Troppo poco per il 'riferimento dell'area Schlein' a Modena e così Andrea Bosi si sta muovendo attraverso i suoi referenti politici per poter convincere Mezzetti a ripescarlo, magari a discapito della Venturelli stessa (impensabile, nonostante alcuni mal di pancia nel mondo cattolico, scalzare la Maletti). A fare pressione sul primo cittadino ci sta pensando prima di tutto Stefano Vaccari il quale, manuale Cencelli alla mano, reclama apertamente una rappresentanza della segreteria nazionale in piazza Grande. Dal canto suo Bosi assicura alle persone a lui vicine di non volere accettare la presidenza, ma di essere pronto a fare una fronda interna in caso di mancata promozione ad assessore. Promessa che in ogni caso, considerati i precedenti, non è certo scritta nella pietra.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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