L’atto è stato approvato oggi, lunedì 8 luglio, con il voto a favore dei gruppi di maggioranza (Pd, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 stelle, Pri-Azione-Sl, Spazio democratico) e quello contrario di Fratelli d’Italia, Lega Modena, Modena in ascolto; astensione per Modena Civica e Modena per Modena. Assente il capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi per un evento di partito a Roma con il ministro Tajani.Sono 23 i consiglieri intervenuti nel dibattito di quasi cinque ore che hanno portato al voto e all'approvazione del documento. Discussione è stata aperta da Giovanni Bertoldi per Lega Modena che ha dichiarato di portare avanti “da subito, un’opposizione costruttiva, facendo proposte alternative che, se accolte, potranno migliorare l’azione di governo”. Il consigliere ha chiesto anche “attenzione” nell’usare certi termini come “fascismo o discriminazione, quando invochiamo maggiore sicurezza e più forze di polizia o non siamo d’accordo con l’utero in affitto”.
Esaminando le linee di governo, Bertoldi si è soffermato sulla situazione dei partiti italiani che, da quando è stato abolito il finanziamento pubblico, “sono finanziati dai privati e questo è un rischio” e sulla partecipazione, “che non si improvvisa ma va allenata.
Sull’immigrazione, il consigliere ha affermato che l’Italia è un Paese accogliente ma lo spazio è limitato e chi vuole venire qui deve voler contribuire alla costruzione della nostra società”. Aumentare l’immigrazione, inoltre, “non può essere il modo per risolvere i problemi demografici, bisogna invece sostenere le famiglie che vogliono fare figli”, anche rispetto alla legge 194, bisogna applicarla completamente e sostenere le donne che aspettano un figlio e sono in difficoltà. Sulla sanità, il consigliere ha affermato che “il pubblico deve resistere ma deve convivere con il privato per aumentare la qualità”. Infine, per il consigliere, nel programma mancano il tema della famiglia ed è stata dimenticata la Modena rurale, che invece potrebbe essere una risorsa per la nostra economia.Maria Grazia Modena (Modena per Modena) ha esordito sottolineando di voler portare in Consiglio “la voce dei cittadini, in una città permeata da una cultura al governo da anni”. Nel suo discorso la consigliera ha contestato la costruzione dell’Ospedale di Baggiovara, “una disgrazia per la città, che ha solo replicato un altro ospedale: sull’unificazione con il Policlinico c’è ancora molto da fare”; la realizzazione della Tav “che ha cementificato la campagna e diviso la città in un nord povero e abbandonato e in un sud più civile e attraente.
Concludendo l’intervento, Modena ha espresso perplessità sulla scelta per l’assessorato alla sicurezza di un prefetto “che ha firmato un patto per la sicurezza che non si è mai cominciato ad applicare”. Infine, si è augurata che Modena possa essere governata “senza fibrillazioni interne, contando anche sul contributo e sulle competenze delle minoranze e puntando sul civismo”.Annunciando “un’opposizione seria e certosina come mai vista prima nell’interesse dei cittadini”, il capogruppo di Fratelli d’Italia Luca Negrini ha affermato che “non saremo quelli dei no a prescindere ma non accetteremo divisioni tra modenesi di serie a e di serie b in base alla parte politica. Lavoreremo per sfidare la giunta e il sindaco per il bene della nostra città”. Per Negrini ci sono molti argomenti sui quali “ci potrebbe essere una convergenza, come sulla raccolta differenziata e sulle sicurezze”.
Nell’intervento principale per il Pd, il capogruppo Diego Lenzini ha descritto la Modena del futuro come una città che dovrà essere accogliente per tutti: “Dovremo farci carico di solitudini e fragilità e l’urbanistica, dovrà creare socialità e sicurezze, avendo prossimità come parola chiave. Il Pug, che è una grande eredità della precedente amministrazione, avrà bisogno anche di correzioni e di un lavoro a più mani”. Per il consigliere, le imprese “dovranno vedere Modena come una città in cui investire, e quindi bisogna accompagnarle” e anche il turismo è una grande opportunità ma, allo stesso tempo, “una sfida da governare”. Tema fondamentale sono, poi, le politiche abitative e l’accesso alla casa per le giovani coppie, “anche come antidoto all’invecchiamento della popolazione”. Lenzini ha parlato anche di mobilità sostenibile e sicura con “pedoni e bici al centro della progettazione”, e di lavoro: “Vanno garantiti i salari minimi ai lavoratori e, alle imprese, strumenti per garantire un lavoro sicuro e orientato alla transizione ecologica”. Inoltre, sono necessari investimenti sui servizi 0-6, sulla medicina territoriale e, infine, sulla sicurezza, “con l’aumento di assistenti sociali e di educatori di strada”. Fabio Poggi ha chiesto all’Assemblea di unirsi all’appello per la pace “in quanto è il modo più alto per iniziare questo nostro nuovo impegno a servizio dei cittadini”. Il consigliere ha poi voluto precisare il proprio non voto, nella prima seduta, al presidente del Consiglio comunale per non “certificare il percorso e il metodo che hanno portato a quella scelta, fatti di pressioni, ingerenze e ritorsioni che il Pd ha subito e che nulla hanno a che fare con l'impegno e la responsabilità ai quali siamo chiamati”. Sempre dai banchi del PD Stefano Manicardi ha condiviso l’approccio di considerare periferie e frazioni come luoghi di opportunità verso i quali bisogna completare i collegamenti ciclabili. Importanti per il consigliere anche la manutenzione del verde nei parchi e il completamento della riqualificazione di parti della città. “Sarebbe interessante – ha aggiunto – anche ragionare su luoghi deputati al libero confronto tra cittadini, a Baggiovara e Cittanova, per esempio, non c’è un auditorium”. Favorire l’aggregazione giovanile, “anche libera e autogestita”, ragionare “su azioni che possono favorire la sicurezza, oltre la repressione, per esempio valorizzando l’enorme servizio di polisportive e associazioni”, impegnarsi per “rivedere bretella e scalo merci”, sono gli altri temi affrontati dal consigliere.Per Gianluca Fanti “occorre promuovere il più possibile il coinvolgimento dei cittadini”, in quanto la loro partecipazione contribuisce a migliorare attività ed efficienza dell’Ente locale”. Il consigliere ha quindi suggerito di prevedere per ogni rione una sede fisica opportuna per consentire una piena partecipazione dei cittadini. Per Lucia Connola “questo nuovo percorso dovrà attuare politiche attente a un diverso modo di vivere, mettendo al centro il benessere di tutti, curando ferite sociali e vulnerabilità”. In particolare, la consigliera ha voluto mettere l’accento sulla parola “democrazia” come modalità di ascolto e interpretazione della realtà. Infine, si è soffermata sull’importanza di accogliere e affrontare alcune sfide come il supporto alla medicina territoriale e alla scuola (“da intendere non più come azienda ma come comunità”). Richiamando ai valori risorgimentali e alla loro tradizione a Modena, Federica Di Padova ha parlato dell’importanza della giustizia, della laicità e della pluralità culturale “che devono essere al centro di un patrimoni condiviso”. Si tratta di un aspetto che la nuova consiliatura dovrà valorizzare, anche a partire dalla tutela del patrimonio storico e dei valori antifascisti: “La cultura, infatti, è chiamata a rinnovarsi, a dialogare, a costruire, a creare ponti”. Francesco Fidanza si è concentrato sull’importanza di supportare il sistema sanitario pubblico “stravolto dalla pandemia”. Per il consigliere, “Modena ha bisogno di un nuovo patto per la salute che vincoli ospedali, servizi territoriali, medici famiglia, università, associazioni di pazienti e volontari. Secondo Fidanza “occorre puntare su modello organizzativo che scommetta su medicina prossimità e sui territori come luoghi di relazione e di cura”.Nel suo intervento, Alberto Bignardi ha sottolineato che rispetto alla “crisi abitativa” sono state avanzate, già nella scorsa legislatura, alcune proposte, come progetti di edilizia (per studenti e lavoratori) per affitti a prezzi sostenibili. Soffermandosi quindi sul Piano urbanistico, il consigliere ha affermato che è “fondamentale attuarlo per semplificare le procedure burocratiche, dare strumenti tecnologici e risorse adeguate per i professionisti che vorranno realizzare interventi”.Per Luca Barbari è importante che l’Amministrazione sia a fianco della comunità, “per questo va resa più accessibile e amichevole”. Inoltre, soffermandosi sul tema dell’autonomia comunale, così come intesa da Matteotti, il consigliere ha ricordato che essa rappresenta “la capacità di una comunità di scegliere la strada da intraprendere”. Il consigliere ha quindi sottolineato il valore del dialogo che consiste “non nel seguire una linea retta ma nel fare pause e cambiare tono, in modo da diventare un’indicazione metodologica”. Per Vincenza Carriero le linee di governo non sono un “libro dei sogni, ma il frutto di un patto, premiato dai cittadini, che propone il progetto di una città più vicina, più giusta, più legale, della partecipazione e del riuso”. Una questione essenziale, ha aggiunto la consigliera, è quella della sicurezza “e, a questo proposito, un bel passaggio delle linee programmatiche parla di occupazione culturale degli spazi abbandonati. La sicurezza, infatti, non si ottiene con un solo strumento: riuscire a portare cultura e quindi persone in spazi vuoti o desertificati può essere una delle soluzioni”.Grazia Baracchi (Spazio Democratico) ha posto l’accento sulla Costituzione “unico riferimento” per governare e per fare il bene della città. Quindi, la consigliera, apprezzando l’intervento del sindaco sulla necessità di affrontare la crisi della democrazia e della rappresentatività, ha sottolineato l’importanza di “ripartire da chi pensa di non poter incidere, da chi sceglie di non votare, per ricostruire la fiducia: bene quindi il patto per rinnovare la partecipazione e per fare sentire tutte e tutti i modenesi parte di una città equa ed inclusiva”. Baracchi ha poi evidenziato la necessità di tenere alta l’attenzione per i giovani (“che chiedono spazi per ritrovarsi, esprimere la creatività, organizzarsi) e per i fragili, a chi si sente escluso.Per Alleanza Verdi Sinistra Laura Ferrari si è detta soddisfatta della centralità, nel programma di governo, dell’ascolto e del coinvolgimento dei cittadini, “sempre più da coinvolgere nei cambiamenti e nelle criticità attuali”. La consigliera ha quindi parlato della necessità di “creare dimensioni collettive, dotandole di poteri decisionali”. Soffermandosi sul percorso del proprio gruppo, (“che svolgerà attività politica con lealtà e collaborazione”), Ferrari ne ha sottolineato anche la necessità di uno spazio di autonomia “per creare nuove istanze che avranno a che fare soprattutto con ambientalismo e giustizia sociale”.“Tre emergenze e quattro grandi sfide” sono state al centro dell’intervento di Giovanni Silingardi del Movimento 5 stelle. “La prima – ha affermato – è l’emergenza democratica e della partecipazione come dimostrano l’astensionismo dilagante e, prima ancora, dalla sfiducia della società nella politica: d’accordo con il sindaco, bisogna coinvolgere i cittadini nelle scelte politiche, per esempio nella trasformazione urbana che riguarda non solo l’urbanistica ma l’ambiente, la mobilità, le disuguaglianze sociali”. La seconda, è quella climatico-ambientale e la terza è quella sociale: crescono la povertà assoluta e quella relativa, le disuguaglianze, le fragilità di giovani e anziani. Le sfide da affrontare, secondo il consigliere, sono il verde, “tanto, ma che deve essere equilibrato”, l’impegno al consumo zero di suolo “con la rigenerazione e politiche per la casa adeguate”, l’economia circolare (“bene aver messo mano al sistema di raccolta dei rifiuti”) e la qualità dell’aria che “riguarda anche le modalità di trasporto”.Per Pri-Azione-Sl, Paolo Ballestrazzi ha evidenziato l’importanza di tendere a zero consumo di suolo, anche attraverso il riutilizzo delle strutture dismesse presenti in città, anche a causa del calo di produzione. Il consigliere si è poi concentrato sul “problema serio di Hera, in cui non c’entrano i rifiuti: il punto è constatare come queste società, che dovrebbero tutelare il bene comune, tutelino sé stesse e i loro azionisti”. Ballestrazzi ha poi affermato che Modena “sconta” un errore dagli anni Cinquanta, “ovvero lo scavallamento tra ferrovia e autostrada, che da noi passa a sud della ferrovia per tornare a nord dopo Bologna. Errori strategici a cui non si può rimediare”. Soffermandosi sul tema della partecipazione, il consigliere ha parlato della necessità di dare “più potere per assemblee elettive, specie per una democrazia lacerata come quella italiana. Infine, sulla sanità (“in questa regione in mano ai tecnici), Ballestrazzi ha rivendicato l’importanza di rimettere al centro il primato della politica nelle scelte.Katia Parisi di Modena civica, dichiarando il voto di astensione, ha riconosciuto le prerogative del sindaco nel nominare la giunta ma contestato “una sua inadeguatezza nella gestione: un sindaco – ha detto – non può sottrarsi al confronto con una forza di maggioranza che solleva perplessità, adottando decisioni che hanno comportato una spaccatura. Il sindaco – ha proseguito – ci chiede di governare con lei senza stare nel governo della città: una scelta che i cittadini non hanno capito. E il sindaco si deve assumere la responsabilità di scelte politiche che hanno messo fine a una collaborazione lunga cinque anni e umiliato gli elettori. Nel rispetto del nostro mandato – ha concluso – continueremo a sottoscrivere i punti del programma, votando di volta in volta”. Entrando nel merito, la consigliera ha individuato tra le priorità l’emergenza abitativa, con persone “che non riescono a permettersi alloggi a costi sostenibili. Avevamo proposto un ordine del giorno per immettere sul mercato nuovi alloggi e verificheremo la sua attuazione”. Parisi ha evidenziato, inoltre, una “disuguaglianza sanitaria senza precedenti e un Tpl non adeguato alle esigenze dei cittadini e che deve diventare più efficiente con corsie preferenziali e parcheggi scambiatori”. Sulla sicurezza si è augurata che “venga attuato quanto concordato nel patto”. La replica del sindaco
Il sogno è necessario per governare con una visione di futuro. L’ascolto e il dialogo come metodo, il rispetto del Consiglio Comunale come condotta.
Nel replicare agli interventi dei consiglieri il sindaco Massimo Mezzetti ha esordito ricordando che: “Noi dobbiamo partire non da quello che abbiamo ma da quello che vogliamo, per realizzare grandi cose con un’idea e una visione della Modena del futuro.
Mi interessa poco sottolineare se e quanti elementi di discontinuità ci saranno nel governo dei prossimi 5 anni. La mia storia personale e politica, la mia cultura e formazione è sempre stata ispirata all’autonomia e all’indipendenza personale.
Per questo vi chiedo di giudicarci per quello che faremo, non per quello che è stato fatto prima di noi. Anche se non ho partecipato a quell’esperienza io non la disconosco ma non intendo neppure nascondere le criticità. Opereremo per risolverle perché sono convinto che anche chi ha votato per la nostra coalizione chiede un cambiamento”.
Il sindaco ha ricordato che tra le problematiche “ci sono questioni che dipendono da trasformazioni profonde che inevitabilmente hanno investito anche la nostra città. Modena come l’Emilia-Romagna e altri territori, sono stati caratterizzati da una forte coesione sociale che oggi registra segni di cedimento, sfilacciamento. La crescita e lo sviluppo non sempre sono state accompagnate dall’attenzione alle figure più fragili e deboli”.
E, facendo alcuni esempi ha aggiunto che “Ci fosse anche una sola persona che non riesce a trovare un tetto a Modena pur lavorando questo è un problema da risolvere.
Anche la solitudine è un problema reale perché anni fa non avevamo il 35% degli anziani over 74 anni che vivono soli o i giovani che, specie dopo la pandemia, si sentono invisibili nella loro solitudine. Modena non è estranea da questi problemi: dobbiamo investire di più sui luoghi della socialità e dell’aggregazione per gli anziani e per i giovani. Allo stesso modo dobbiamo investire sui bambini ripensando all’idea della città dei bambini del compianto assessore Benozzo e al pensiero di un grande pedagogista come Sergio Neri”.
Mezzetti è poi tornato sul tema dell’ascolto, assolutamente strategico: “Quando parlo di ascolto e dialogo penso che giunta e consiglieri hanno il dovere di non porsi sul piedistallo. Non abbiamo la scienza infusa ma dobbiamo porci in ascolto con modestia e umiltà per cogliere ciò che arriva dalla società e tradurlo in istanze. Il dialogo e l’ascolto come metodo.
La partecipazione è esattamente questo, il processo dialogico attraverso il quale si determina la costruzione comune tra chi amministra e chi è amministrato e dove entrambi non vivono l’altro come la controparte e l’avversario”.
Il sindaco ha citato Pums e Pug come processi e progetti presentati dalle precedenti amministrazioni che andranno implementati nella coerenza dell’idea di città che si ritrova nel Patto per Modena.
Infine, ha sottolineato il sindaco. “Il tema dell’ascolto non è solo per i cittadini ma qui in Consiglio. Seguirò sempre un atteggiamento scevro dalla pregiudiziale ideologica nell’interesse della città. Saremo rispettosi del Consiglio e presenti alle sedute”.
Uno degli ultimi passaggi è stato dedicato alla nomina dell’ex prefetto Alessandra Camporota, criticata in alcuni interventi delle minoranze. “Vi siete appellati a un Ministro, come Matteo Piantedosi, che mentre era Prefetto in carica è entrato a far parte di un Governo.
Criticare la mia decisione e poi appellarvi a un Ministro che ha costituito un precedente non mi pare corretto e per questo ho parlato di malafede”.