Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Nel 2009 la cifra incassata dal Comune di Modena a titolo di indennizzo per la presenza dell'inceneritore (calcolata sulla base di 8,33 euro per tonnellata conferita e stabilita in termini di 'disagio ambientale' da un protocollo di intesa firmato da Hera e Comune nel 2012), è stata di un milione e 141 mila euro per 137 mila tonnellate di rifiuti. Nel 2010, con l'aumento delle tonnellate conferite (arrivate a 157.000), si è giunti ad un indennizzo di un milione e 314 mila euro. Nel 2011, per 176 mila tonnellate, a un milione e 468 mila euro.
Come
documentato nei giorni scorsi l'aumento nella quantità di rifiuti conferiti all'inceneritore di via Cavazza è stato costante, arrivando alle 212 mila tonnellate nel 2016.
Stando ad una stima basata sulla quantità di rifiuti urbani indifferenziati e speciali conferiti nei primi 5 mesi del 2017 la quantità di rifiuti dovrebbe aumentare ancora fino a circa 227 mila tonnellate, sempre più vicina alla quota limite posta a 240.000 tonnellate.
Ma basta fermarsi ai dati certificati del 2016 per calcolare un indennizzo, a favore del Comune di Modena, di un milione e 765 mila euro. Una grossa cifra anche in termini di bilancio pubblico, addirittura superiore a quella da 800 mila euro all'anno, in termini di spesa corrente, costata ai modenesi per pagare l'aumento dell'1,6% della Tari previsto dalla variazione di bilancio 2017-2019 discussa in Consiglio Comunale il 30 marzo scorso.
Oppure superiore al costo a carico del Comune di Modena, per l'affidamento, sempre ad Hera, in una sorta di partita di giro, del servizio di riscossione tributi.
Calcolato, sempre nell'ultima variazione di bilancio, in 737 mila euro più Iva per il 2017 e per 700 mila euro nel 2018.
In soldoni, basterebbe che il Comune decidesse di destinare tali somme derivanti dall'indennizzo per disagio ambientale per la presenza del mega-inceneritore, anziché a dichiarate e non meglio speficate opere che negli anni passati hanno finito per ritornare in parte ad Hera (attraverso interventi di mitigazione ambientale presso la discarica di via Caruso o lo stesso inceneritore), a compensare l'aumento della Tari, per creare un risparmio diretto per i cittadini pari all'aumento applicato con l'ultima manovra.
Con l'effetto indiretto, ma non trascurabile, di rendere più trasparente l'utilizzo dei soldi pubblici introitati invirtù di un disagio (o di un danno), provocato ai cittadini. Operazione tantopiù opportuna nel momento in cui si tratta di somme introitate in funzione del disagio e dell'impatto ambientale (e sulla salute pubblica) dell'inceneritore.
Altre scelte che non andassero direttamente a compensare un danno verificato e diretto all'ambiente cittadino e alla vita dei modenesi residenti, potrebbero apparire discutibili, anche in linea di principio, soprattutto se queste somme andassero a finanziare direttamente, o a fare risparmiare indirettamente. chi (Hera), il danno (tale da giustificare un indennizzo), lo ha provocato.
Gianni Galeotti