La sparata apripista del ragionier Donini: in aula solo i bimbi vaccinati
Una sparata che fa a pugni con i più elementari principi costituzionali e che non ha alcun fondamento giuridico
Una sparata che fa a pugni con i più elementari principi costituzionali, che non ha alcun fondamento giuridico e che - solo per citarlo incidentalmente (qui l'articolo) - non tiene conto di autorevoli pareri discordanti sulle vaccinazioni Covid ai minori. In ogni caso qui, ovviamente, non si tratta di mettere in discussione l'importanza della campagna vaccinale, ma di evitare di calpestare diritti fino a ieri unanimamente garantiti.
Eppure la conferma di quanto questa balzana idea possa essere una sorta di apripista e mutuata altrove è arrivata questa mattina dallo stesso Donini. 'La proposta sta riscuotendo un certo interesse - ha detto oggi l'assessore Donini a margine di una conferenza stampa al Policlinico Sant'Orsola di Bologna - ne parleremo nelle sedi ufficiali, quando si dovranno scrivere i nuovi protocolli di sicurezza per il nuovo anno scolastico'.
'Speriamo di poter arrivare a ottobre avendo alle spalle la pandemia, ma nel caso dovesse circolare ancora il virus, come non è improbabile, certamente avere la scuola sicura e in presenza è un motivo anche di riscatto sociale - ha detto Donini -. Rispetto alle norme attuali, secondo le quali quando si verifica un focolaio a scuola vengono testati tutti e viene messa la classe in quarantena, io penso che proprio in virtù della loro immunizzazione, gli studenti vaccinati possono essere esentati da questo provvedimento'.
Egli dunque 'pensa' così. Nessun accenno al potenziamento del trasporto pubblico locale per risolvere la vergogna dei bus stipati, nessun accenno a una edilizia scolastica che eviti il formarsi di classi pollaio, nessun accenno ad investimenti veri sulla formazione a distanza e su un ripensamento del concetto stesso di istruzione. Nulla.
Solo egli 'pensa'.
Solo un bello slogan: 'se ti vaccini eviti la Dad'.
Ora, che questa idea da fine impero sia stata partorita proprio in Emilia Romagna, da un assessore (egli 'pensa') sbarcato alla sanità dopo aver avuto la responsabilità dei trasporti, la cui competenza sanitaria si limita a livello di istruzione, alle lezioni di scienze alle scuole superiori (Donini si è diplomato in Ragioneria a Vignola) e a livello professionale alle collaborazioni da giornalista all'Unità di Bologna e all'impiego di ufficio stampa per il Pds (qui il curriculum), non è esattamente una garanzia di tranquillità.
Eppure è da questa esimia cattedra che l'Emilia Romagna potrebbe fare scuola. Ovviamente per garantire al Paese un futuro di libertà, prosperità e giustizia. Così sia.
Giuseppe Leonelli
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