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Se il traghettatore prende a bordo Giorgia Meloni. L‘ultima divisione nel Pd è sulla presidente del Consiglio. Non proprio divergenze di dettaglio, insomma. La donna in ‘nero’ della campagna elettorale non è poi così nera agli occhi di Enrico Letta. “La realtà è che è forte, non ha alternative in maggioranza e l’opposizione è divisa”, dice il segretario uscente al New York Times. E aggiunge: “È stata meglio di quanto ci aspettassimo“, a proposito delle questioni economiche e finanziarie. Un parere reso in singolare coincidenza con quello di Stefano Bonaccini. “Meloni non è una fascista, è una persona certamente capace“, dice il governatore emiliano suscitando anche lui la reazione indignata di Andrea Orlando e poi di Elly Schlein.
Per l’ex ministro del Lavoro “c’è qualcosa che non va”.
E spiega: se il Pd sostiene “che la manovra di bilancio incentiva l’evasione, che non aiuta l’economia reale e premia le rendite, che colpisce i poveri e non affronta la crisi salariale. Se diciamo – aggiunge ancora Orlando – che il decreto Ong è contro la Costituzione, i trattati internazionali e il senso stesso di umanità. Se diciamo che esponenti del Governo, coperti dalla premier, si sono resi responsabili di comportamenti gravi e di un utilizzo inaccettabile delle istituzioni contro l’opposizione. Come si fa a dire contemporaneamente che sono capaci o che sono meglio di quanto ci aspettassimo? Davvero, mettiamoci d’accordo compagni e amici”. E la candidata alla segreteria dem Elly Schlein condivide: “Io credo che Giorgia Meloni non abbia ancora trovato la postura nel nuovo ruolo”, dice “il Governo sta facendo male e in Europa rischia di isolarci gettandosi tra le braccia del gruppo Visegrad”.Dal Nazareno arriva una replica secca ad Orlando, accusato di “travisare completamente” le parole pronunciate da Letta al New York Times “ai fini di una polemica interna senza alcun fondamento”. Fonti del partito ricordano che Letta “si è limitato ad esprimere al quotidiano statunitense un giudizio positivo, che peraltro conferma, sul fatto che la premier Giorgia Meloni non ha infranto le regole di bilancio e le regole dell’euro, a differenza di quanto negli anni aveva detto di fare”.
Anche Bonaccini interviene nuovamente per chiarire il senso del suo pensiero: “Bisognerebbe innanzitutto evitare polemiche strumentali, ho detto che Meloni è apparsa capace quando in Europa ha tenuto la posizione sul patto Atlantico, ad esempio sulla guerra in Ucraina. Si omette di ricordare che ho invece fatto critiche sul fatto che l’Italia sia stata estromessa dai principali vertici europei. Se ci fosse stato Mario Draghi non sarebbe successo. Bonaccini conclude: io la destra preferisco batterla nelle urne, vorrei che anche altri avessero come priorità battere la destra nelle urne piuttosto che nelle interviste. E credo di essere uno dei più titolati a dire come si batte la destra”.
Tocca di nuovo all’ufficio stampa di Orlando, che si chiede se le fonti del Nazareno “anonime” che parlano per Letta parlino “a nome di tutto il partito”. Il sospetto dei sostenitori di Schlein è che il traghettatore Letta abbia perso la sua neutralità e che come molti dei suoi (a cominciare da Marco Meloni) si sia schierato per il presidente dell’Emilia Romagna.
Redazione Pressa
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