'Puntualmente arriva la stagione delle nomine dei vertici degli enti partecipati e delle società controllate e nulla cambia sotto il sole dell’avvenire che risplende su Modena da sempre. Assistiamo al rito della premiazione della fedeltà e/o della distribuzione dell’assegno di disoccupazione (una volta assicurato da una delle tante coop amiche o dalle casse del partito stesso, oramai vuote). Di competenza e merito si sono perse le tracce. Ahinoi, non si discosta dal solito clichè neppure il sindaco Mezzetti, malgrado le promesse di svolta, “intellettuale”, di nuovi approcci “culturali” ai problemi della città, che nel caso delle recenti nomine, nonchè della sicurezza, della sanità..., si limita a ripercorrere le orme disastrose dei suoi “illustri” predecessori'. A intervenire è Maria Grazia Modena, consigliere comunale e capogruppo di ModenaxModena.
'Qualcuno ha un bel da richiedere competenze ai neo-eletti rispetto all’incarico specifico ricevuto, ma nel partitone ci sono troppe pezze da sistemare e forse l’unico parametro di riferimento realistico è il compenso, che ci illumina sulla considerazione o il “credito” che il nominato ha all’interno del partito. Chi becca l’ente che paga di più, conta di più di chi, ahilui, si trova a dirigere un ente gratis, caso mai una sinecura il primo, un impegno il secondo.
Ma per il partito c’è anche chi si immola. Al di là delle persone che ricevono il reddito di fedeltà materiale o morale, quello che più mi lascia perplessa e che dovrebbe suscitare l’ira dei modenesi è la longevità di enti che non hanno mai contato niente oppure da anni sono spenti come delle candele esaurite'.
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Ieri l’altro il sindaco Mezzetti ha nominato i vertici di Seta spa, Amo, ForModena, Fondazione Cresci@mo, Fondazione Democenter-Sipe, spacciati per strategici per il territorio. Su Seta spa in questo particolare momento di unificazione o meno con Bologna capisco anche la necessità, così come della Fondazione Cresci@Mo, ma sulle altre ho seri dubbi che avrebbero superato un esame di verifica sulla loro efficacia e utilità, pratica che purtroppo non è prevista. Su Amo, svuotata di contenuti e superata da Seta e altre, così come su DemocenterSipe, che da anni latita nelle sue funzioni verso le piccole e medie imprese per le quali rappresentò nel passato una vera e propria risorsa, forse sarebbe il caso di abbassare il sipario, quanto meno di ridefinirne scopi e obiettivi, ma prorogarne l’esistenza tout court è un vero e proprio spreco in spregio ai cittadini modenesi.
Quanto a criteri di meritocrazia e competenze degli eletti sulle partecipate si scorge poco. Infine sulla nomina alla partecipata più prestigiosa, messa in apparente crisi in Consiglio Comunale, dall’interrogazione con risposta scritta di Fratelli d’Italia, il sindaco ha dato una risposta immediata, con uno slalom fra il legale e la meritocrazia che ha messo a tacere le tante perplessità. D’altra parte ci eravamo già detti fra consiglieri, dopo una vivace discussione... Tanto alla fine decide il sindaco' - chiude la Modena.