Modena, protesta degli studenti al Fermi: 'Noi esclusi e dimenticati'
Una protesta che si è svolta questa mattina davanti alle porte desolatamente chiuse dell'istituto superiore modenese
Una protesta che si è svolta questa mattina davanti alle porte desolatamente chiuse dell'istituto superiore modenese
Davanti all'istituto tecnico non ci sono solo studenti del fermi ma anche studenti e docenti del liceo Muratori-San Carlo. La loro priorità è ritornare alle lezioni in aula, in presenza, sia per riprendere la didattica in presenza ma soprattutto per riappropriarsi di quei luoghi di socialità e relazione fondamentali nella loro vita e che non si trovano solo all'interno della scuola ma anche nel mondo dello sport, anch'esso ancora per lo più precluso. I ragazzi si sentono esclusi da un progetto di futuro su cui si sta discutendo, anche in relazione agli investimenti europei e nazionali. Inascoltati'
'Proprio questa notte è stato approvato il Recovery Plan, ma la scuola sembra in realtà esclusa dagli investimenti e quando si parla di futuro, non si parla da scuola e di nuove generazioni' - affermano alcuni docenti
Nel video le dichiarazioni di alcuni studenti presenti questa mattina al presidio davanti all'istituto tecnico Fermi
'Ragazzi demotivati e delusi, si sentono abbandonati dalle istituzioni. La scuola non deve essere l'ultima delle priorità, ma la prima. I ragazzi sono e vogliono sentirsi protagonisti del loro futuro. Ma quando si parla di investimenti per il futuro non si parla di scuola, e i ragazzi lo percepiscono. Così rischiamo di perdere una generazione'. Nel video seguente, la voce dei docenti
Presenti anche diverse mamme di ragazzi frequentanti le scuole superiori. Nel video la dichiarazione di Rita Manzieri
'Gli zaini vuoti scelti come simbolo della pandemia educativa, nella speranza si possano a breve riempire di umanità, relazioni ed apprendimenti e per dire ancora una volta no alla dad esclusiva al 100% e che si intervenga per riaprire le scuole superiori il prima possibile. Continueremo da qua al 25 gennaio a manifestare, affinché il 25 segni la riapertura. La richiesta di riprendere le attività scolastiche in presenza non è, lo rimarchiamo, una richiesta avulsa dalla realtà e che ignora i dati epidemiologici. Le scuole hanno sempre aperto in sicurezza e vogliono continuare a farlo. Ma è proprio sulla base di dati, che si fanno sempre più corposi e attestano che il contagio a scuola incide in modo contenuto rispetto a numerosi altri contesti lavorativi, e di quello che noi come insegnanti, genitori, alunni viviamo e proviamo in questa fase, che chiediamo con forza di non reiterare il la ripresa dell’anno scolastico in presenza'.
Gi.Ga.
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