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Primo sopralluogo ieri alla sede dove sorgerà il nuovo centro dell'Emilia-Romagna per i rimpatri di immigrati irregolari a Modena, nell'area del vecchio Cie in via La Marmora. Del tema si è discusso oggi in Prefettura alla riunione del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, mentre proseguono i contatti con le autorità e gli enti competenti ad ogni livello, attorno al centro che andrà ristrutturato e gestito diversamente.
In sostanza, è stato illustrato il primo programma amministrativo, logistico e organizzativo 'finalizzato all'apertura del centro e alla sua piena funzionalità', si conferma nella nota del palazzo del Governo. Sono state prese in esame le condizioni affinchè il nuovo centro sia 'pienamente rispettoso dei diritti e messo in condizione di funzionare adeguatamente'.
Si tratta dei requisiti rimessi in fila dal sindaco Giancarlo Muzzarelli in una lettera al ministro dell'Interno Marco Minniti, ovvero premure 'condivise dal consesso' e che 'costituiscono l'obiettivo e l'impegno comune', segnala la prefettura sempre con riferimento alla riunione di oggi.
Non è mancato nel corso dei lavori del Comitato un contributo dei vertici dell'Autorità giudiziaria, che hanno rimarcato la funzione della giurisdizione, appunto anche con riferimento al Cpr, in termini di 'garanzia dei diritti e di contributo all'impegno complessivo alla legalità'. Si è affrontato, inoltre, il tema del futuro impegno del giudice di pace. Quindi, in sostanza, assicurano dalla Prefettura: il percorso che porterà all'attivazione del Cpr si svilupperà 'nel rispetto delle leggi vigenti, secondo criteri di trasparenza e di piena partecipazione di tutti i soggetti interessati'.
Il prefetto Maria Patrizia Paba ha costituito ad hoc un gruppo di lavoro in viale Martiri, con la partecipazione di tutte le amministrazioni e gli enti interessati.
Redazione Pressa
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