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Scandalo Amo, Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia): 'Ferita inferta alla credibilità delle istituzioni'

Scandalo Amo, Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia): 'Ferita inferta alla credibilità delle istituzioni'

Maria Grazia Modena: 'Alla prima occasione festaiola di raduno Pd hanno applaudito Reggianini come un eroe omerico che si è sacrificato'


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“Il vero reato, in questa vicenda, non è soltanto l’ammanco economico sulla cui responsabilità sta indagando la magistratura, ma la ferita profonda inferta alla credibilità delle istituzioni. Questo è il danno più grande, quello che pesa di più sulla coscienza collettiva e sulla fiducia dei cittadini. Chi ha responsabilità dirette verrà perseguito nelle sedi opportune, ma chi ha permesso che un sistema deviasse in questo modo ha fatto perdere ai cittadini la fiducia nel pubblico. E questo non può passare sotto silenzio, né essere archiviato con qualche aggiustamento tecnico'. Lo ha detto il consigliere comunale capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale Piergiulio Giacobazzi intervenendo nel dibattito sulla vicenda riguardanti gli illeciti e gli ammanchi dell'agenzia per la mobilità Amo. 'Per questo motivo, perché il piano è politico, mi sarei aspettato parole più forti, più nette, più cariche di significato. Mi sarei aspettato una determinazione che sia visibile e concreta. Perché dalla vicenda è emerso un sistema chiuso, che non ammette di avere sbagliato e pretende di autoassolversi. E questa è la parte più inquietante. Ed è qui che la politica che deve intervenire: in gioco c'è la fiducia dei cittadini, e questo è il danno più grave, oltre a quello economico.
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Ora bisogna recuperare quella dignità istituzionale che è stata offuscata. Non si può chiedere ai cittadini di credere nelle istituzioni se queste non dimostrano per prime di meritare quella fiducia. Le Istituzioni devono essere ispirazione, non essere guardate con sospetto'.

'Ci troviamo di fronte ad un grave scandalo, più di 500.000 euro sottratti alle casse pubbliche in cinque anni, dove chi ha distratto i fondi, e il vostro dito è stato puntato su una unica persona, ha goduto dell’incompetenza amministrativa di chi doveva controllare, al quale vi guardate bene di chiedere conto, anzi alla prima occasione festaiola di raduno dei vostri sostenitori (video sopra) lo avete applaudito come un eroe omerico che si è sacrificato per evitare le “strumentalizzazioni” della perfidadestra, per un dichiarato bene comune che è il vostro che quello del partito, mai quello della comunità modenese' - ha detto Maria Grazia Modena.
'Questo è il secondo scandalo, che investe una partecipata, perché nel 2018 ci fu quello del San Filippo Neri, un raggiro concettualmente molto più sofisticato e pericoloso che avrebbe dovuto allertare sulla fragilità in generale delle partecipate di fronte a malintenzionati. Ma avete fatto orecchie da mercante.
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Dovremo aspettare il terzo, poi il quarto scandalo, e così via per metterci rimedio oppure vi rendete conto che la debolezza di tutti gli enti pubblici partecipati è di origine politica, derivante dalle nomine da parte della politica di amministratori e direttori che hanno il minimo comune multiplo di appartenere alla stessa famiglia partitica di chi governa, ovviamente a Modena al PD, anziché sulla base di competenze amministrative specifiche? Trovatemi una partecipata con non sia sottoposta a questa logica malsana - continua la Modena -. Occorre modificare questa distorsione tutta politica, cioè evitare che il partito, il PD, nomini in base alle sue convenienze, alla sua riproduzione e al rafforzamento del suo potere. Le partecipate, se veramente sono indispensabili per una migliore amministrazione, hanno bisogno di amministratori competenti e responsabili. Garantire questo vale molto di più di tutte le promesse taumaturgiche di irrigidimento dei controlli o dell’applicazione di presidi anticorruzione, il cosiddetto modello organizzativo 231, che rappresentano solo fumo negli occhi. Chiudo con un’altra considerazione dovuta, amara perché riguarda quanto questo scandalo vada a detrimento dell’etica politica. Esso infrange due principi: il primo è il principio di trasparenza e fiducia pubblica, gravemente leso dall’ammanco di fondi pubblici, dalla continuità del dolo e dai ritardi nella denuncia.
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Ma per come lo avete gestito, per la contiguità politica, l’appartenenza allo stesso partito (PD) dei vecchi e del nuovo amministratore unico compromette gravemente anche il principio di imparzialità, che a sua volta apre al sospetto di una intenzionale continuità con chi ha gestito male, il che rappresenta un chiaro conflitto di interesse politico, scorretto politicamente e certamente inopportuno, che va a minare la fiducia pubblica. Di fronte a queste palesi violazioni che avete inflitto all’etica politica passa in secondo piano il danno economico, quello probabilmente rimediabile, almeno in parte. Quello che non vi leverete di dosso è il danno morale che avete causato alla buona politica che sicuramente non basterà una pastasciutta antifascista a cancellare'.
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