Seta, dipendenti uniti contro l'azienda presieduta Bulgarelli

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Non c'e' pace dentro Seta, la spa dei trasporti di Modena, Reggio e Piacenza. Gli appelli del presidente Vanni Bulgarelli qualche giorno fa, alla vigilia del nuovo incontro coi sindacati sui problemi aperti, non solo cadono nel vuoto, ma vengono rispediti al mittente. Dopo il confronto di 'raffreddamento' di ieri, in sostanza, la fumata e' di nuovo nera. 'L'azienda continua, in modo unilaterale, a violare gli accordi di secondo livello liberamente sottoscritti tra le parti ed in vigore. Tutto questo crea tra i lavoratori tensione crescente, che le organizzazioni sindacali tutte, e a tutti i livelli, sono intenzionate a voler risolvere'. Lo scrivono in una nota congiunta le categorie provinciali e regionali coinvolte (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Autoferrotranvieri) senza escludere 'nuove forme di lotta', dopo gli scioperi piu' o meno recenti.

Rincarano le sigle: 'Dopo le ultime dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate dal presidente Bulgarelli, nelle quali affermava la disponibilita' aziendale alla ripresa del dialogo, siamo stupiti che la delegazione presente al tavolo di ieri sulle questioni da noi poste sostenga che nulla possa essere modificato'. Posto allora che 'tutto questo crea tra i lavoratori tensione crescente', continuano le organizzazioni sul merito delle questioni mai risolte.

 'Il sindacato, contrariamente a quanto affermato dal presidente, non ha mai fatto richieste economiche superiori alle attuali. Ha sempre rappresentato e sostenuto che un contratto unico di armonizzazione dei tre bacini non si puo' condividere se questo comporta una perdita economica o modifiche normative che penalizzino i lavoratori e l'utenza'. Concludono allora i sindacati, mettendo le mani avanti: 'Segnaliamo quindi che eventuali forme di lotta che potranno essere attuate e che potrebbero comportare inevitabili disagi ai cittadini sono imputabili ai vertici aziendali che con il loro comportamento, reiterato da molti mesi, dimostrano di non avere a cuore gli interessi dell'utenza, che ha diritto a pretendere un servizio di qualita', e i dipendenti della stessa'.