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'Stop a medici di emergenza territoriale, così si smantella il servizio'

'Stop a medici di emergenza territoriale, così si smantella il servizio'

Maria Cristina Bettini (Salviamo l’Ospedale di Pavullo): 'Che coraggio parlare di maggiore efficienza, mentre si sopprime un presidio essenziale'


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'Dal 1° luglio 2025, via i medici del 118 da Fanano e Pievepelago. Restano solo una automedica e un territorio vastissimo da coprire. Altro che efficienza, qui si smantella il servizio: che coraggio parlare di maggiore efficienza, mentre si sopprime un presidio essenziale come il medico del 118 a Fanano e Pievepelago'. Con queste parole, Maria Cristina Bettini, referente del Comitato civico Salviamo l’Ospedale di Pavullo, attivo da anni sul fronte della difesa dei presidi sanitari territoriale, commenta duramente la decisione dell’Ausl di Modena, che ha disposto la cessazione dal 1° luglio 2025 del servizio di emergenza territoriale medicalizzato in due comuni strategici per l’Alto Frignano.La decisione, comunicata dal responsabile del Dipartimento Emergenza Urgenza dell'Azienda Sanitaria, prevede che un solo medico del 118, quello a bordo dell’automedica “108” di Pavullo, copra l’intero Frignano, un’area notoriamente ampia, montuosa e con difficoltà logistiche non trascurabili.
Per il comitato pavullese, questa riorganizzazione non solo non migliorerà il servizio, ma metterà a rischio la sicurezza dei cittadini. 'Si allungano i tempi di intervento – avverte Bettini – e in caso di doppia emergenza uno dei due pazienti resterà senza medico.
Avrà a disposizione solo un infermiere, il che, pur nella professionalità del personale infermieristico, non è sufficiente in situazioni critiche'.Anche l’elisoccorso, spesso citato come strumento di supporto nelle zone montane, non può essere considerato un’alternativa reale, sottolinea Bettini: 'È un mezzo integrativo, non sostitutivo. Non sempre può volare, e non può garantire la capillarità necessaria nelle prime fasi di un intervento'. Un altro elemento che accende la polemica è il mancato coinvolgimento e la scarsa reazione degli amministratori locali. 'È inaccettabile quanto sta accadendo – afferma Bettini – e lo è ancora di più il silenzio dei sindaci. La politica locale dovrebbe difendere i presidi sanitari montani, invece sembra accettare supinamente le scelte calate dall’alto'.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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