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Strade al veleno, il silenzio di chi governa Modena e provincia

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Intanto la costituzione di parte civile riguarda 55 enti o persone e alla udienza di oggi a Venezia tutto è stato rimandato a maggio


Strade al veleno, il silenzio di chi governa Modena e provincia
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Continua, nel giorno della udienza preliminare a Venezia, il silenzio del sindaco di Modena Muzzarelli sulla indagine 'Strade al veleno'. Una indagine della quale l'assessore Guerzoni ha detto di non sapere nulla.
E allora, con l'aiuto di due consiglieri comunali di Castelvetro, Comune del quale abbiamo pubblicato le strade sotto esame, ricostruiamo l'intera vicenda.

La Regione carabinieri Forestale Veneto, gruppo di Rovigo scrive e informa il giorno 28 aprile 2017 il Comune di Castelvetro (4,5% del totale smistato in un anno in 3 Regioni, 8500 ton in due siti su circa 200.000 di media annua) e supponiamo a tutti i Comuni interessati, in merito alla indagine 'Strade al veleno':

In sostanza, visto il quadro complessivo di indagine, l’organismo investigavo informa i Comuni giustamente che la loro indagine ha portato ad evidenziare che probabilmente nel sottosuolo di aree pubbliche o private si potrebbero celare rifiuti e non MPS , materie prime seconde, che potrebbero risultare nocive per la salute e l’ambiente dalle analisi in loro possesso, allegando l’elenco di tutti i Comuni, i siti con indirizzo nei quali è intercorso il rapporto economico tra la ditta in questione e il destinatario nel Comune o il luogo di transizione. Ricorda altresì che l’indagine si è avvalsa di tutti mezzi di indagine (sequestri, intercettazioni, analisi, perizie...)
Gli inquinanti ritrovati dalla Dda sono: cloruri, rame, piombo, nichel, cromo esavalente.
Dalla relazione della Procura emerge che i rifiuti in gran parte possono essere riferibili alle tipologie sottoelencate, ceneri pesanti e ceneri leggere:


scorie o ceneri pesanti, costituite dal residuo non combustibile dei rifiuti, residui metallici e non metallici e da materiale organico incombusto, comprese le ceneri di griglia, che transitano attraverso le parti mobili e le aperture della griglia (per gli inceneritori dotati di impianto a griglia); rappresentano la frazione più rilevante degli scarti prodotti dal processo di incenerimento (da 200 a 300 kg per ogni tonnellata di rifiuto, in funzione della composizione dello stesso), sono rifiuti non pericolosi e su di loro si concentra l’attenzione per sviluppare tecnologie di recupero alternative allo smaltimento in discarica oltre il codice CER  170901.

Nel corso dello svolgimento della Commissione Ambiente e Territorio del 18 marzo 2019 presso il Comune di Castelvetro la stessa amministrazione con il suo presidente e l’ingegnere capo settore, affermano di non aver prodotto alcuna documentazione in merito in due anni, in pratica si afferma di non aver ritenuto logico il procedere come indicato dalla Procura con analisi nel territorio, visto la vastità del sito e dei quantitativi deposti, in seguito alla segnalazione dell’arma dei Carabinieri di Rovigo che svolgevano il compito per conto della Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia ( DDA). Ma non solo, nessun consigliere è mai stato informato di tale indagine e nessun cittadino che potrebbe trovarsi confinante con tale ipotesi di delitto, ha mai potuto avvalersi del principio di precauzione (ad esempio orto, pozzo privato...)

Questo atteggiamento è certamente in contraddizione apparente con la  richiesta di costituzione di parte civile che il Comune di Castelvetro ha votato in giunta il giorno 11 Marzo 2019 incaricando l’avvocato di presentare in data 20 Marzo 2019 l’atto alla Procura di Venezia.

Dalla relazione della Dda:

La stessa Arpae Regione ER, in una nota del 14 marzo 2019 (l’udienza preliminare si è tenuta oggi) afferma che nei monitoraggi regionali non è emersa contaminazione da metalli pesanti , definendo quindi sicura la salute dei cittadini, in quanto la presenza dei contaminanti nella mappatura regionale non è emersa, da questa nota la Regione ER trae spunto sui media in data 19 marzo per dichiarare la non costituzione di parte civile al processo (52 comuni interessati in Regione).

Questa presa di posizione “pilatesca” ad una indagine così articolata della Dda lascia stupiti in quanto la stessa Dda non afferma mai la presenza di pericoli per la salute pubblica, ma solo ed esclusivamente il profitto sul commercio di codici CER alterati, (17 euro invece di 257 euro) in pratica rifiuti che diventano MPS, prezzi ridotti del 90% e quindi un vantaggio economico in contravvenzione delle norme del settore in materia dei rifiuti (non corretto smaltimento). Logicamente la distribuzione di un conglomerato/rifiuto nel sottofondo stradale può recare danno alla salute in base alla tipologia del materiale, alla concentrazione degli inquinanti, alla presenza di falde o corridoi ecologici, di orti, scuole...

La stessa solubilizzazione dei metalli pesanti come afferma Arpae nel 2015 (sito Frattina, 5 ettari per 6 metri di fanghi in profondità e non nel primo metro di terra come ora) è bassissima,  a lenta propagazione,  (1 km in 10 anni Università di Trento), quindi pare non reggere un affiancamento di dati sulla presenza di metalli pesanti in acqua, ad una indagine di questo tipo (dati che non potevano essere attesi e routinaria da quello che Arpae afferma) meglio forse era la ricerca degli stessi nei campioni di concrete green deposto, in base alle fatture di acquisto, al fine di avvalorare l’indagine

Dichiarazione Arpae 2015 sito Frattina

Anche la scelta della stessa Regione Er di non costituirsi parte civile al processo con una vastità di Comuni interessati simile, lascia aperte molte interpretazioni che si chiariranno certamente con l’avvio processuale. Leggendo dalla stampa certamente esiste una netta presa di posizione dei Comuni Romagnoli rispetto al territorio Modenese.
Intanto la costituzione di parte civile riguarda 55 enti o persone e oggi tutto è stato rimandato a maggio, restiamo in attesa.

Roberto Monfredini e Filippo Gianaroli


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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