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Il Comitato Priorità alla Scuola Modena interviene con una lettera aperta al direttore generale dell'Ausl di Modena per fare il punto sulla situazione dei contagi nelle scuole e accendere i riflettori in particolare sulla definizione di 'focolaio'. Ecco al lettera.
Gentile dottor Brambilla,
abbiamo ricevuto il suo report settimanale “Situazione pandemica in provincia di Modena 13 febbraio – 28 aprile”, e letto con particolare attenzione la sezione “contesto scolastico”. Sebbene registriamo con soddisfazione che in tale report ci sia ora il riferimento ad una misura 'epidemiologicamente' valida (l'incidenza settimanale) e non più a quella discutibile misura ibrida tra incidenza/prevalenza consistente nella somma cumulativa delle incidenze settimanali da settembre 2020 (come abbiamo contestato durante la nostra Conferenza del 19 aprile), non possiamo però non biasimare la scelta di continuare a riportare la dicitura 'Focolaio scolastico' quando abbiamo appurato che tale definizione è inopportuna, in quanto altera le lettura dei dati, veicolando messaggi fuorvianti alla popolazione.
La definizione di 'Focolaio' ha una valenza specifica: quella del luogo in cui ha origine e diffusione la malattia. La metrica «focolaio scolastico» esposta nel suo report corrisponde invece alla «compresenza di almeno due casi nello stesso contesto classe nell’intervallo di tempo misurato», anche quando gli stessi due casi fossero già stati classificati focolaio di altro tipo, ad esempio due focolai famigliari indipendenti tra loro.
Riteniamo pertanto che questa definizione di «focolaio scolastico» sia fuorviante e naturalmente inutilizzabile per quantificare l’eventuale diffusione del contagio nelle sedi scolastiche. Evidenziamo inoltre con preoccupazione che questa definizione risulta ulteriormente svuotata di significato dai nuovi Protocolli – come da Ordinanza RER 43 del 6 aprile – giacché, sebbene appaia incredibile e in contrasto con le linee guida di ISS e Ministero della Salute, oggi non si effettua più nemmeno il tampone di screening all'ingresso della quarantena degli studenti che sarebbe necessario per stabilire l'esistenza di un focolaio, non tutelando né le famiglie né la comunità tutta.
Per queste ragioni siamo a chiederle che tale definizione venga abbandonata dalla Ausl di Modena finché non verrà istituito un sistema di monitoraggio attraverso il quale venga effettuata la rilevazione nello screening del numero di casi secondari a fronte di caso indice, simile a quello in uso nelle Aziende USSL della Regione Veneto e di altre regioni, unitamente a protocolli finalmente tutelativi della salute pubblica.
In attesa del nostro incontro, richiesto in data 20 aprile, per poterle illustrare le analisi indipendenti che abbiamo svolto sui dati della AUSL di Modena e condividere l'importanza di una strategia di screening scolastici come strada principale per un ritorno in aula in sicurezza, di cui Modena potrebbe avviare una sperimentazione importante a livello regionale e nazionale, come già mostrato dall'esempio di altri paesi europei e di alcuni Comuni italiani,
inviamo cordiali saluti.
Comitato Priorità alla Scuola Modena
Redazione Pressa
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