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La segreteria generale del Sulpl, il sindacato della polizia locale, interviene dopo ciò che emerso a seguito della pubblicazione delle motivazioni della Sentenza Grimilde e sul fatto che la Polizia Locale a Brescello “non avrebbe elevato le sanzioni ovvero multe, in caso di sanzioni stradali, tipo divieti di sosta, agli appartenenti della famiglia Grande Aracri”.
'Riteniamo diffamatoria, oltraggiosa, calunniosa, sconcertante e profondamente ingiusta questa campagna mediatica di attacco agli operatori in divisa che da sempre, e il Sulpl lo può affermare con certezza, hanno ottemperato a quanto disposto dalla norma senza mai fermarsi davanti al soggetto “non sa chi sono io” perché la polizia locale è il regolatore del vivere civile e per la coesione sociale sul territorio nazionale in prossimità – ultimo baluardo alla legalità con la consapevolezza che il buon esempio è la prima autorità - afferma il segretario generale Sulpl, il modenese Mario Assirelli -.
Avviare una campagna mediatica senza verificare gli atti e i documenti redatti dagli Agenti nell’ultimo decennio, che di fatto confermeranno quanto stiamo dicendo, significa solo voler gettare ombre su una istituzione com’è la Polizia Locale che da sempre, anche a Brescello, è in prima linea contro ogni mafia o contro ogni sorta di condizionamento omertoso, anzi a costo della vita questo sistema l’abbiamo sempre contrastato – chiedere ai magistrati antimafia calabresi'.
'Ricordiamo che qualche mese prima dell’avvio delle indagini che poi hanno portato allo scioglimento del Comune di Brescello, il Sulpl era in Piazza Matteotti, e ha deciso di festeggiare il Santo Patrono della Polizia Locale, proprio nel Comune della Bassa Reggiana, per dire “No” ad ogni sorta di Mafia con una manifestazione dalla chiesa alla lapide dei caduti dove abbiamo deposto una corona di alloro.
A chi denigra gli Agenti, il Sulpl ricorda che proprio nella giornata del proprio Santo Patrono, ha portato in Piazza Matteotti divise della Polizia Locale provenienti da ogni parte d’Italia, e duole dirlo, proprio in quella giornata si è notata l’assenza, invece, di altre divise. Apprendiamo oggi di una intervista del sindaco di Brescello Elena Benassi, ove si chiede “un’indagine interna nella Polizia della Bassa”, queste dichiarazioni denotano come lo stesso amministratore decida di trovare un capro espiatorio, dimostrando di non conoscere un servizio che lei dovrebbe anche rappresentare e che forse i colletti bianchi colpiti dalla magistratura non si trovano nella Polizia Locale'.
'La Polizia Locale a Brescello non si è mai tirata indietro ed anzi, come dimostra il premio nazionale ritirato al Convegno del Sulpl da un Ufficiale che proprio a Brescello ha salvato una cittadina da un’aggressione di un esponente locale della ‘ndrangheta dimostrando, se ce ne fosse necessità, ancora una volta, che la polizia locale ha sempre combattuto contro ogni forma di condizionamento mafioso - chiude Assirelli -. Respingiamo al mittente gli attacchi della Sindaca di Brescello alla Polizia Locale, la richiamiamo consigliandola a maggiori riflessioni prima di rilasciare interviste e contestualmente invitiamo gli amministratori di Brescello a chiedere un’inchiesta giudiziaria sull’operato dei precedenti amministratori e non certamente sugli Agenti ed Ufficiali della Polizia Locale, a cui va la piena solidarietà di tutta la Struttura del Sulpl'.
Redazione Pressa
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