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Gentile Direttore,
sul tema Coronavirus e misure adottate a Modena, vorrei rispondere alla nota dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena che mi accusa, dopo la mia lettera a La Pressa, di '...diffondere informazioni sbagliate e non verificate su un tema così delicato...' e cercherò di farlo con la massima puntualità.
- Primo punto: leggo nella nota che 'Se, comunque, un cittadino che sospetta di avere contratto il Coronavirus chiama il Pronto Soccorso e Malattie Infettive per chiedere come comportarsi, l’operatore ascoltati i sintomi lo indirizza al punto più idoneo della rete provinciale in base alle indicazioni nazionali e regionali'.
Risposta: vorrei sottolineare che io stessa ho contattato telefonicamente il Pronto soccorso del Policlinico per avere informazioni. Chi mi ha risposto non ha fatto cenno alcuno di recarsi dal medico di base (così come la Direttiva del Ministero suggerisce) ma di recarmi al Pronto soccorso stesso.
Quando all'operatore ho chiesto se il paziente con sospetti sintomi sarebbe stato trattato nel Triage come un qualsiasi altro paziente, l'operatore mi ha risposto che il protocollo prevedeva di mettere una mascherina al paziente, isolarlo, fare gli esami di rito e poi si decideva cosa fare. Ha aggiunto: 'ci sono degli esami da fare che però partono in un secondo momento in un laboratorio che non è a Modena'. Mi sembra che le risposte che ho ricevuto dall'operatore al telefono non corrispondano alle indicazioni dell'AOU. Non sono di certo stata invita ad andare nè dal medico curante nè di contattare altro soggetto o altro numero telefonico.
- Secondo punto: leggo che l'AOU invita a contattare il numero nazionale 1500.
Risposta: la Direttiva dice che 'Se un utente telefona al numero verde 1500 riceverà l’indicazione di contattare il proprio medico curante oppure se impossibilitato il numero unico emergenza 112, evitando di andare autonomamente in Pronto Soccorso'.
- Terzo punto: l'AOU scrive 'Sia il Policlinico sia l’Ospedale Civile sono perfettamente attrezzati per l’eventuale isolamento del paziente'.
Risposta: nelle Linee guida della Direzione Sanitaria si parla di trattamento del paziente con sintomi sospetti in un box attrezzato all'interno del Pronto soccorso. Ribadisco: non sarebbe il caso di evitare in toto il passaggio dal Pronto soccorso (che già soffre per sovraffollamento e che, nel caso del Policlinico, è in promiscuità con il Pronto soccorso Pediatrico) e istituire invece una struttura pro tempore di accoglienza per i pazienti con sintomi sospetti o un percorso guidato verso il reparto di malattie infettive? D'altra parte il Ministero stesso non fa riferimento ai Pronto soccorso.
A tutto questo aggiungo che le informazioni presenti sul sito della Regione Emilia Romagna a disposizione della popolazione non sono né esaustive né tantomeno precise al pari di quelle che invece si possono leggere sul sito della Regione Lombardia. A tal fine fornisco entrambi i link a cui, chi legge, può collegarsi e trarre le dovute considerazioni (link 1 e link 2). La Regione Lombardia per la presa in carico (gestione e ricovero) di un paziente con sintomi sospetti non indica mai come centro di riferimento un Pronto soccorso ma la rete delle 'malattie infettive ospedaliere'.
In conclusione non mi sembra di aver 'diffuso informazioni sbagliate e non verificate' ma, al contrario, ritengo - e penso sia legittimo farlo - chi doveva informare la popolazione non l'ha fatto nel modo in cui doveva farlo. E comunque come cittadino non ritengo che il protocollo adottato a Modena sia in linea con le direttive ministeriali e che, ad ogni modo, una 'sanità d'eccellenza' si vede anche da come vengono gestite determinate situazioni.
Resto a disposizione dell'AOU nel caso volesse visionare o ascoltare quanto da me raccolto.
Anna Beatrice Borrelli
Redazione Pressa
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