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Aimag nelle mani di Hera, il centrodestra smentisce se stesso. E il Pd pure

Aimag nelle mani di Hera, il centrodestra smentisce se stesso. E il Pd pure

Letizia Budri sostenuta a Mirandola da Lega, Fdi e Fi, vota il piano per la cessione a Hera. A Carpi gli stessi partiti votano no


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Ferocemente contrari quando si è all'opposizione, fermamente a favore quando si è maggioranza. Il voto nei Consigli comunali modenesi sul caso-Aimag è la fotografia della sconfitta della politica e dei partiti. Il controllo esclusivo della storica multiutility della Bassa viene ceduto ad Hera e un bene pubblico diventa da un giorno all'altro una società controllata da una spa. Un'operazione clamorosa per il territorio che ottiene la benedizione di tutte le giunte dei Comuni soci, ma parallelamente la condanna di tutte le opposizioni. Al di là del colore politico.
In campagna elettorale i candidati sindaci del centrodestra avevano giurato e spergiurato che si sarebbero battuti fino all'ultima goccia di sangue per evitare la svendita di Aimag, con tanto di cartelli e conferenze stampa unitarie (foto sopra). A un anno di distanza il capofila di quei sindaci, Letizia Budri sostenuta a Mirandola da Lega, Fdi e Fi, vota il piano per la cessione a Hera. Così, senza colpo ferire, in un profluvio verboso di parole che smentisce tutto e seppellisce ogni coerenza e ogni credibilità politica: a Mirandola il centrodestra di Governo approva e il Pd all'opposizione si pone sulle barricate.
A Carpi, altro Comune capofila, lo schema si replica a parti invertite.
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Qui governa il Pd della giunta Righi e infatti ieri sera i Dem hanno approvato il passaggio a Hera, smentendo i colleghi Dem mirandolesi, col centrodestra (Lega-Fdi-Fi) - lo stesso che a Mirandola ha votato a favore - che si è espresso convintamente per il no, col consigliere regionale Arletti a cercare di giustificare l'ingiustificabile. Stessa cosa a Concordia, stessa cosa a Novi di Modena, stessa cosa a Bastiglia (dove si voterà lunedì). In mezzo Avs che a Carpi pilatescamente si astiene garantendo però massimo sostegno a Rghi, così per non disgustare nessuno, tanto il loro voto conta come un bicchiere d'acqua gettato sull'asfalto in una giornata di agosto e le delibere passano lo stesso.
Aimag non è più pubblica, un'azienda che ha fatto la storia del territorio, che ha rappresentato l'utopia di un servizio dei cittadini per i cittadini svincolato dal mero profitto, viene fagocitata sull'altare della grande finanza, dei lustrini e paiettes di Heravigliosa.
Va così. E la cosa ancor più triste è che tra 4 anni, quando gli stessi partiti che hanno smentito se stessi, prometteranno altre battaglie per strappare un voto in più, i cittadini li voteranno dimenticando l'insulto subito.
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Dimenticando la cancellazione colpevole di un pezzo di storia economica di Modena.
Giuseppe Leonelli
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Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

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