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Amo-gate: il Pd, da Vaccari a Muzzarelli, ne esce distrutto. Vince l'asse Mezzetti-Righi

Amo-gate: il Pd, da Vaccari a Muzzarelli, ne esce distrutto. Vince l'asse Mezzetti-Righi

In questa triste vicenda ne escono vincitori il sindaco di Carpi, Riccardo Righi, e il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti. Nessuno dei due del PD


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Amo-gate: gioco, partita, incontro. Fuori Stefano Reggianini, già amministratore di Amo e segretario del PD. Fuori Alessandro di Loreto, già dirigente direttore generale di Amo e assessore del PD a Carpi. Fuori Vito Rosati, già revisore dei conti di Amo, del PD, di Aimag e di quasi tutti i comuni PD e della provincia. Fuori tutti. Tutti saltati per la vicenda Amo. Quella della dipendente che avrebbe sottratto alle casse dell’azienda pubblica modenese 500'000 euro. Che avrà tutte le colpe del momento. Ma che con l’intervista di oggi, in esclusiva a La Pressa, ha fatto saltare il banco. Segno che la vicenda, dal punto di vista del giro dei bonifici, potrà anche essere più o meno certa. Ma che per tutte le altre implicazioni – di responsabilità amministrativa, di omesso controllo, di responsabilità dirigenziale, di responsabilità politica – è ancora tutta da valutare.
 

Facciamo fatica a dire che ne esce veramente vincente quella cordata che si dipana fra Campogalliano e Soliera. E che vede protagonisti Stefano Bonaccini, Davide Baruffi e soprattutto Roberto Solomita. Tutti già segretari del PD modenese, tutti evoluti nella scala politica - con Solomita che a oggi resta il PD più potente in provincia di Modena, visto il suo ruolo di inventore/creatore di Massimo Mezzetti, sindaco del capoluogo, del quale oggi è ufficiale di collegamento e Richelieu di fatto.
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Ma la vittoria c’è. Ma è monca, perché il partitone ne esce demolito. Di certo ne esce distrutta la corrente del PD modenese che fa riferimento all’ex sindaco Gian Carlo Muzzarelli, a Stefano Vaccari, a Enza Rando, a Maria Cecilia Guerra: gli unici a difendere acriticamente Reggianini: senza responsabilità oggettive personali, loro amico e soprattutto uomo – e su questo siamo noi i primi a difenderlo, specie in quanto uomo – ma indifendibile dal punto di vista politico. Se non altro per aver trascinato il partitone, a maggio - quando già gli erano ben chiari i risvolti dell’amara vicenda di Amo – in questa crisi. Per essersi fatto eleggere, pur sapendo delle gravi irregolarità in essere. Per poi però dire subito, alle persone a lui più vicine, “eh oggi ho vinto ma avrò dei forti pensieri per Amo”.
 

In questa triste vicenda ne escono vincitori il sindaco di Carpi, Riccardo Righi, e il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti. Nessuno dei due del PD. Ma che potrebbero, in realtà, incarnare un vero e nuovo PD: quello dell’alternativa davvero politica al PD del potere e delle poltrone.
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Al PD delle tessere e delle dinastie.
 

Righi, per primo incalzato per la presenza in giunta di Di Loreto, dopo un comunicato prestampato a difesa attiva dell’assessore, è stato il primo a fare quel passo giusto e deciso nella miglior direzione. Chiedendo e ottenendo un difficile passo indietro all’assessore suo amico - personalmente oltre che politicamente e amministrativamente. E crediamo che Mezzetti abbia apprezzato e condiviso questo gesto. E lo stesso per Reggianini: le sue responsabilità sono tutte da valutare, ma il gesto c’è stato e gli fa onore.
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Magath
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Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della testata.  Ci sono...   

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