Montagna: De Pascale riparta dalle promesse mancate di Bonaccini
Come ieri De Pascale, nel 2020 Stefano Bonaccini, ad inizio del mandato, era in visita nei comuni della montagna modenese, promettendo finanziamenti, sostegni e progetti molti dei quali rimasti sulla carta. La sfida di De Pascale, per essere davvero innovativa, dovrebbe ripartire (e cambiare), da lì. Nel merito e nel metodo
Equilibrismo che diventa un esercizio sempre più difficile, anche per politici navigati e di professione come De Pascale, quando si parla della montagna. Una montagna che soffre in termini strutturali, a livello sociale e territoriali, e che non è certo rappresentata, se non in minima parte, da quella atmosfera patinata e ideale, da vacanze di Natale rappresentata da Passo del Lupo, dalle piste innevate e da una giornata di sole.Una montagna dove i collegamenti stradali, che consentono alle persone di andare a lavorare e di portare i propri figli a scuola, non sono migliorati, anzi. Dove alle decine di milioni di euro spesi per le stazioni invernali dove il turismo è mordi e fuggi e concentrato in poche settimane fanno da controcanto gli investimenti mancati e spalmati in tutto l'anno, per un territorio che frana sempre più, anche a causa di aziende e persone costrette, senza adeguati sostegni e servizi, ad abbandonarlo, quel territorio. Ma basta una foto patinata per dimenticare tutto, e per fare dimenticare a tutti, le medesime immagini e le medesime parole, immortalate e pronunciate negli stessi periodi e negli stessi contesti nel 2020, con Bonaccini, proprio a passo del Lupo, anche con Prodi.
Inizio del secondo mandato, quando Bonaccini, perentorio, promise oltre a mille interventi, anche la riapertura dei punti nascita in montagna, Pavullo compreso, contando sull'appoggio e la condivisione di intenti del ministro Speranza, lanciandosi anche in attacchi contro chi contestava di averli chiusi. Una chiusura che lo stesso Bonaccini definì un errore. Che evidentemente decise di ripetere. Non solo, con Bonaccini al governo, non riaprì Pavullo ma, esattamente due anni fa, chiuse Mirandola. Mandando in tilt quello stesso PD della bassa che proprio il 28 dicembre di due anni fa, manifesto davanti alla sede Ausl di Modena richiamando il disimpegno della Regione. Ma le promesse non mantenute troppo spesso si dimenticano, e si fa di tutto per farle dimenticare, coprendole con la loro riproposizione al termine della legislatura e come impegno elettorale per la successivaIl neo Presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, che se non per il futuro può essere comunque già politicamente valutato sulla base dell'esperienza da sindaco e presidente della provincia di Ravenna, ha preso le redini di una regione che, pur forte per il suo tessuto economico e sociale, deve fare i conti con un'importante sfida: il rinnovamento delle politiche che non sono state realizzate o completamente realizzate durante la presidenza del suo predecessore Stefano Bonaccini, suo compagno di partito. De Pascale, pur in una continuità politica da cui non può e non vuole smarcarsi, si trova a dover ripartire da quelle promesse elettorali e programmatiche che, seppur annunciate con grande enfasi, non sono state mantenute nella passata legislatura.
E per quanto riguarda la montagna ce ne sono tante. Anche perché non si tratta solo di non avere fatto cose promesse ma anche di non avere valutato il riscontro e l'opportunità di quelle fatte o fatte in parte. Ha ancora senso spendere soldi pubblici per finanziare l'acquisto di cannoni sparaneve per fare sciare per qualche giorno in più in stazioni che a parità di prezzi di skipass, garantiscono servizi di accoglienza, alberghieri e viari, (su cui non si è investito), lontani anni luce rispetto a quelli garantiti in altre regioni? E che, al di là dei proclami, non sono competitive su nulla di altro? De Pascale ha intenzione di farle queste valutazioni senza ripetere l'errore del suo predecessore di promettere, dallo stesso palcoscenico, 4 anni fa, finanziamenti a pioggia per tutti e tutto?Se l'obiettivo è, come era stato annunciato nel 2020 nell'incontro che analogamente a quello fatto ieri da De Pascale aveva visto sfilare sulla neve Bonaccini, concentrare le risorse sulle azioni che puntano a contrastare abbandono e lo spopolamento del territorio montano, compreso gli investimenti sul dissesto idrogeologico, che cosa non ha funzionato nel momento in cui i risultati auspicati non sono arrivati e la situazione, sotto questo punto, è addirittura peggiorata?Michele De Pascale, si trova in una posizione delicata, in cui dovrà non solo portare avanti i progetti lasciati in sospeso dal suo predecessore, ma anche garantire che vengano portati a compimento con maggiore tempestività, ma soprattutto con una visione nuova, aggiornata ragionata e ottimizzata in termini di efficienza.
Bonaccini promise garantire in tutti i bandi che alle imprese e ai comuni dell'Appennino venisse garantita una premialità. Con un’attenzione particolare all’agricoltura, che proprio in montagna è un fondamentale presidio del territorio, e ai giovani agricoltori. E' stato fatto? Con quali risultati? Sul fronte della sicurezza del territorio, promise di raddoppiare le risorse – da 50 a 100 milioni in cinque anni - per la prevenzione del dissesto idrogeologico e la cura dei fiumi e dei versanti. Come e dove sono stati spesi? Con quale ricoscontro? Nelle mille voci di bilancio e di settore, spalmate tra l'altro per più anni, è difficile ricavarlo. Almeno noi non ci siamo riusciti. De Pascale può farlo, comunicando magari a tutti la risposta e che cose ne ha dedotto.
Bonaccini promise finanziamenti per il potenziamento degli ospedali, delle Case della salute e la riapertura dei punti nascita grazie all'accordo col nuovo Governo. Ma non solo: tra le priorità lanciate nel 2020 per la legislatura appena inviata anche quella di investire su formazione e scuola, per i giovani che vivono in Appennino.
Una verifica su questo e una visione prospettica su questi punti, da parte di De Pascale, sarebbe doverosa, quantomeno sotto l'aspetto politico, a corollario dei nuovi ed importanti impegni assunti ieri.Gianni GaleottiNella foto, Stefano Bonaccini nel corso della visita nei comuni montani, all'apertura del secondo mandato alla presidenza della Regione
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