Grazie mille Christian per la risposta,
permettimi in onestà due brevi considerazioni, una di merito e una di metodo.
Parto dalla seconda, quella che mi tocca in prima persona e che mi sta più a cuore. Conosco bene il tuo impegno da avvocato sui temi della legalità per averti visto personalmente nelle aule di tribunale, dove ero presente. Condivido con te l'importanza del contributo di Libera nella nostra realtà. Ne ho condiviso per anni le battaglie e i valori e resto convinta del valore inestimabile rappresentato dalla testimonianza e dall'impegno di don Luigi Ciotti.
Credimi, proprio per questo mi addolora ancor di più constatare i limiti di quel mondo. Limiti che mi hanno coinvolta direttamente, pur consapevole di avere trovato appoggio e vicinanza da Libera sia in momenti personalmente difficili (quelli delle intimidazioni subite) che nel momento della costituzione di parte civile al processo Aemilia e Caronte a Catania. La difficoltà dell'associazione di accettare le critiche, la ricerca di avere una sorta di monopolio della sacrosanta battaglia antimafia mi hanno delusa e ferita. Limiti che, a mio avviso, hanno avuto conseguenze concrete. Mi riferisco pure alla nota vicenda (ancora aperta in due aule di tribunale) che vede coinvolto il direttore di questa testata, ma non solo.
E' una analisi che le tue parole di oggi mi permettono di avanzare e che, credimi, mi costa, ma che ti ringrazio di avermi dato lo spunto per fare pubblicamente. Nella speranza ancora viva di avere risposte aperte e trasparenti e di riscoprire ancora come mia quella che per anni ho sentito come casa.
Infine una breve considerazione di merito sulla vicenda di San Cesario davanti al frantoio Donnini. So benissimo, come puoi immaginare, cosa sono tecnicamente i reati spia. Io volevo solo sottolineare come non ci sia più bisogno di questi reati (peraltro non definirei 'minore' l'incendio di 4 camion) per avere la prova di infiltrazioni non 'in Italia o in Europa' ma qui a Modena. A Modena. E il mio invito era proprio questo. A guardare al locale e chiamare con il loro nome questi fatti.
Un caro saluto e grazie ancora.
Cinzia Franchini