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Mezzetti e Righi, sindaci non iscritti Pd ma sostenuti dal Pd: croce e delizia

Mezzetti e Righi, sindaci non iscritti Pd ma sostenuti dal Pd: croce e delizia

A Modena il PD vede Mezzetti come un corpo estraneo e gli contrappone due segretari muzzarelliani, Stefano Reggianini e Diego Lenzini


3 minuti di lettura

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È tempo di compleanni e di bilanci per i sindaci di Modena e Carpi, Massimo Mezzetti e Riccardo Righi. Eletti al primo turno doppiando i candidati meloniani, ma entrambi già in crisi: perché entrambi esterni al PD e oggi senza un vero appoggio del PD.
 

PD che un anno fa ha dovuto prendere atto dell’assenza di candidati adeguati al suo interno, sia nel comune capoluogo che nel primo comune della provincia. E dirottare su Mezzetti, imposto dall’allora segretario Roberto Solomita, poi divenuto suo primo ufficiale. E su Righi, scelto con le finte primarie dove Daniela Depietri, segretario del PD, appoggiava Righi invece di Giovanni Taurasi, ex renziano storico del PD carpigiano.
 

Questa è la politica apparente. Perché è chiaro a tutti che Mezzetti e Righi non sono stati scelti dal PD ma da quei centri di potere ai quali il PD risponde da sempre. Il sistema. Tutto lecito e alla luce del sole, beninteso: è lo stesso Mezzetti che in conferenza stampa ha denunciato le pressioni alle quali sarebbe stato sottoposto dal sistema delle associazioni datoriali nel 2001, da segretario dei DS: gli fu proposto un patto per sostituire l’allora sindaco Barbolini, che non rispondeva più ai desiderata.
Ma Mezzetti rifiutò, ché lui non fa patti con nessuno tranne che con i cittadini. Gli farebbe onore, se credessimo alle favole. Perché il sistema non si batte: c’è sempre qualcuno a cui rispondere. E se non sono le associazioni datoriali si tratta solo di capire chi sia.
 

Con Righi è più facile capirlo: lui, architetto ancora prima che politico, è stato scelto dal sistema di potere che fa capo a quella parte di immobiliaristi, costruttori e editori che va per la maggiore a Carpi. Con i cantieri, gli appalti e le pubblicazioni più importanti della città. Anche in questo caso tutto lecito, documentato, tracciato, alla luce del sole.
 

Ma gli effetti si vedono. Il PD vede Mezzetti come un corpo estraneo e gli contrappone due segretari muzzarelliani, Stefano Reggianini e Diego Lenzini. Lui contrattacca, denuncia lo stato deludente della città che ha ricevuto e si autocandida al secondo mandato per aggiustarla. Ma senza la forza di Solomita, che comunque controlla ancora mezzo partito, e l’esperienza di esperti marpioni – sempre politicamente parlando - come Paolo Zanca il percorso sarebbe davvero impossibile da affrontare. Lo stesso per Righi: il conflitto con la macchina comunale è palese a tutti, la sua giunta è politicamente più debole che mai e quelle figure del PD sulle quali credeva di poter contare gli stanno facendo ripetuti scherzetti.
Con delibere discutibili sulle quali è costretto a rincorrere e rintuzzare. Una per tutte: la concessione di fatto alla cordata del suo principale sponsor elettorale della gestione dei campi sportivi comunali, fatta in una giunta nella quale lui era assente.
 

Di certo entro l’estate ci saranno novità. A Modena, con l’ingresso in giunta di un esponente in quota Vincenzo Paldino - si tratta solo di capire chi, vista l’ovvia incompatibilità politica di Katia Parisi - per controbilanciare le pressioni del PD muzzarelliano. E a Carpi: fuori un paio di tecnici e dentro Marco Reggiani e Marco Truzzi: entrambi del PD ma in contrasto con la segreteria. E per questo utili a Righi come scudo verso il partitone e per galleggiare un altro anno.
 

Magath
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Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della testata.  Ci sono...   

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