PD che un anno fa ha dovuto prendere atto dell’assenza di candidati adeguati al suo interno, sia nel comune capoluogo che nel primo comune della provincia. E dirottare su Mezzetti, imposto dall’allora segretario Roberto Solomita, poi divenuto suo primo ufficiale. E su Righi, scelto con le finte primarie dove Daniela Depietri, segretario del PD, appoggiava Righi invece di Giovanni Taurasi, ex renziano storico del PD carpigiano.
Questa è la politica apparente. Perché è chiaro a tutti che Mezzetti e Righi non sono stati scelti dal PD ma da quei centri di potere ai quali il PD risponde da sempre. Il sistema. Tutto lecito e alla luce del sole, beninteso: è lo stesso Mezzetti che in conferenza stampa ha denunciato le pressioni alle quali sarebbe stato sottoposto dal sistema delle associazioni datoriali nel 2001, da segretario dei DS: gli fu proposto un patto per sostituire l’allora sindaco Barbolini, che non rispondeva più ai desiderata.
Con Righi è più facile capirlo: lui, architetto ancora prima che politico, è stato scelto dal sistema di potere che fa capo a quella parte di immobiliaristi, costruttori e editori che va per la maggiore a Carpi. Con i cantieri, gli appalti e le pubblicazioni più importanti della città. Anche in questo caso tutto lecito, documentato, tracciato, alla luce del sole.
Ma gli effetti si vedono. Il PD vede Mezzetti come un corpo estraneo e gli contrappone due segretari muzzarelliani, Stefano Reggianini e Diego Lenzini. Lui contrattacca, denuncia lo stato deludente della città che ha ricevuto e si autocandida al secondo mandato per aggiustarla. Ma senza la forza di Solomita, che comunque controlla ancora mezzo partito, e l’esperienza di esperti marpioni – sempre politicamente parlando - come Paolo Zanca il percorso sarebbe davvero impossibile da affrontare. Lo stesso per Righi: il conflitto con la macchina comunale è palese a tutti, la sua giunta è politicamente più debole che mai e quelle figure del PD sulle quali credeva di poter contare gli stanno facendo ripetuti scherzetti.
Di certo entro l’estate ci saranno novità. A Modena, con l’ingresso in giunta di un esponente in quota Vincenzo Paldino - si tratta solo di capire chi, vista l’ovvia incompatibilità politica di Katia Parisi - per controbilanciare le pressioni del PD muzzarelliano. E a Carpi: fuori un paio di tecnici e dentro Marco Reggiani e Marco Truzzi: entrambi del PD ma in contrasto con la segreteria. E per questo utili a Righi come scudo verso il partitone e per galleggiare un altro anno.
Magath