Stupisce la sicumera con la quale oggi il segretario provinciale Pd
Stefano Reggianini ha confermato in una
lunga intervista al
Resto del Carlino la sua volontà di non dimettersi da segretario provinciale Pd. Tre date bastano a fare il quadro della situazione: Reggianini è stato eletto segretario Pd il 30 maggio scorso, nonostante da almeno un mese e mezzo fosse a conoscenza dell'ammanco da 400mila euro nella Agenzia (Amo) della quale era amministratore unico. Di tale voragine Amo dice infatti di essersi avveduta il 16 aprile e il sindaco
Massimo Mezzetti dice di essere stato informato il 29 aprile. Reggianini dunque sapeva benissimo, al momento in cui è stato eletto alla guida del primo partito della provincia di Modena (che sostiene peraltro la stragrande maggioranza delle giunte dei Comuni soci Amo), del problema che riguardava la sua agenzia. Eppure non ha detto nulla. Si è fatto eleggere con tanto di applausi e 20 giorni dopo è esploso lo scandalo.
Ora, se nemmeno davanti a un buco da 500mila euro nei conti della Agenzia, della quale si è stati amministratori unici per 3 anni, induce tale amministratore a una riflessione e a una autocritica, allora vale tutto.
Nemmeno un accenno di dubbio, almeno sul fatto che non si sia controllato a dovere sull’operato della dipendente - unica accusata del furto dalla Agenzia stessa -, nemmeno un lontano ricordo di perplessità su se stessi. Nulla. Avanti tutta e si resta ben in sella al partito di maggioranza del quale si è appena stati eletti segretario.
Quel buco non c’entra, è colpa di una persona soltanto, solo sua, tutti gli altri sono vittime, compreso amministratore unico, revisori e direttore. E’ tutta colpa del fatto che si era al posto sbagliato e al momento sbagliato, per citare Reggianini. Alla faccia del 'reset' giustamente invocato da Mezzetti. Quindi di dimissioni non se ne parla, anzi si merita anche la solidarietà dei compagni di partito e tanto affetto dalle persone care.
A Modena va così. Il tema, ovviamente, non è giudiziario (a fare luce sulla vicenda ci penserà la magistratura) ma strettamente politico. Al di là di tutto, al di là della tenacia di Reggianini nel non mollare la sedia, questa vicenda è davvero un buon esempio per i ‘giovani’? E’ davvero opportuno dimostrarsi completamente estranei alla vicenda senza nemmeno chiedere scusa ai cittadini per lo scandalo che ha coinvolto l’Agenzia della quale si era amministratori unici?
Al di là della colpa di chi ha rubato, davvero gli organi dirigenti e gli enti di controllo si sentono completamente esenti da responsabilità di mancata verifica (come del resto denunciato da Mezzetti stesso)? E’ questo il modello che i vertici Pd di Modena vogliono consegnare ai loro elettori democratici, ai volontari delle Feste, ai nipoti dei partigiani?
Giuseppe Leonelli