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Sistema Modena, serrare le fila!

Sistema Modena, serrare le fila!

Si tiene tutto, si giustifica tutto nel Sistema-Modena. Che è un po' il Sistema-Paese in scala ridotta. Quello delle amicizie e dei piaceri, delle visioni di mondo decise durante una partita a calcetto e della faciloneria con cui si umiliano generazioni di giovani con una battuta. Il Sistema che a chi osa criticare puntando il dito alla luna, il dito viene tagliato. Di netto


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I finanziatori del sindaco (Cmb e Aec) che pretendono di far valere i loro 'diritti acquisiti' per costruire 550 alloggi su un terreno vergine, la moglie del sindaco Muzzarelli (Alessandra Pederzoli) che fa la revisore in una azienda (Aec) che vince appalti per la Provincia guidata dal marito e che è coinvolta nell'inchiesta Cemento farlocco. La Coop della grande distribuzione (Alleanza 3.0) che controlla l'informazione televisiva locale (Trc) e che ristruttura l'Errenord in accordo col Comune solo per infastidire Esselunga. E ancora: il Pd che è socio a livello nazionale di un imprenditore (Dino Piacentini e famiglia) la cui società editoriale è fallita a Modena, la Fondazione Crmo che consegna un appalto da 40 milioni a una coop (CCC) guidata dalla stessa persona (Domenico Trombone) che presiede la sua cassaforte (Carimonte), la principale associazione di categoria locale (la Cna) che è in stato di pre-fallimento ma il cui neo-presidente ostenta ottimismo e parla di ripresa e si affida per la risurrezione sempre a Trombone. La banca del territorio (Bper) che ha scoperti milionari con la stessa Cna e con aziende in qualche modo collegate al governo locale (si pensi alla Quadrifoglio spa).
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E ancora: gli enti pubblici guidati da sedicenti incompetenti (come Vanni Bulgarelli) ma fedelissimi al potere, presunti capibastone (Stefano Bonaccini) che si convertono alla vecchia Dc ripulita di renzismo pur di sopravvivere e che tirano per la giacchetta finanche il Papa se serve a difendere le politiche sui migranti. E la struttura del partitone (Pd) sempre più in crisi ma comunque impegnata a preservare se stessa. O meglio con i suoi pseudo-leader locali impegnati a salvare il proprio futuro. E il proprio stipendio. E le associazioni benemerite di volontari o di lotta sociale (si pensi a Libera) i cui referenti sono sempre e comunque vicini ai 'forti', alle amministrazioni Pd, anche attraverso incarichi remunerati. Col potere che se ne serve, per ripulirsi e per mostrare una maschera intonsa che nasconda il fango.
Eccolo qua il Sistema-Modena. Ogni giorno si aggiunge un tassello al mosaico: imprenditoria (in vari settori edile, sociale, servizi, distribuzione...), partito che da sempre governa il territorio, istituzioni, cultura, finanche una fetta di Diocesi (si pensi al ruolo dell'uomo dai mille incarichi Massimo Giusti).
Il Sistema-Modena è questo, e formalmente non vi è nulla di illecito perchè gli ingranaggi sono talmente oliati da non avere bisogno di forzature.
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Gli appalti li vincono sempre le stesse imprese perchè sono le uniche ad avere le competenze (le altre sono state soffocate sul nascere), le nonime sono di diretta competenza del sindaco, i professionisti hanno diritto di lavorare e via di questo passo... E' la pax Romana. Si tiene tutto, si giustifica tutto nel Sistema-Modena. Che è un po' il Sistema-Paese in scala ridotta. Quello delle amicizie e dei piaceri, delle visioni di mondo decise durante una partita a calcetto e della faciloneria con cui si umiliano generazioni di giovani con una battuta. Il Sistema che a chi osa criticare puntando il dito alla luna, il dito viene tagliato. Di netto.
E chi se ne frega delle amicizie vere, quelle delle birre davanti a se stessi e delle confidenze. Quelle non contano una mazza. 'Amicizia' nel Sistema-Modena significa solo una cosa: interessi economici e di potere. E non importa il cerchio dell'amicizia sia sempre più stretto, scricchioli sempre più. Fino a quando c'è bisogna serrare le fila: tutti per uno, tutti per il Sistema. Chi è dentro è dentro, chi è fuori... Beh, chi osa uscire è fuori. E ha da temere: del resto o è un traditore o è un pazzo.
Giuseppe Leonelli
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