Detto questo, al netto della esclusione di figure politiche altrettanto meritorie (Elisa Rossini e Daniela Dondi su tutte) che, non si capisce perchè, non sono state prese in considerazione a priori dal leader regionale di Fdi, il principale limite dei due pretendenti al ruolo di candidato sindaco di Modena per il centrodestra sta nella mancata costruzione di una rete socio-economica in grado di creare una squadra percepibile dagli elettori come una alternativa credibile al monopolio Pd.
Il punto non è tanto, o almeno non solo, il tema del candidato civico o politico. Questa dicotomia stantia non significa nulla.
Chi aveva la responsabilità di costruire questa rete, chi doveva, partendo mesi fa, realizzare un progetto solido intorno al candidato sindaco non lo ha fatto e ora, inevitabilmente, due persone serie come Giacobazzi e Negrini rischiano di trasformarsi negli ennesimi agnelli sacrificali davanti alla gioiosa macchina da guerra Pd. Giustificazioni se ne possono trovare tante: la melina di Paolo Cavicchioli che ha paralizzato i giochi fino a gennaio, l'operazione di disturbo della inedita coppia Gianpiero Samorì-Carlo Giovanardi con l'elogio oggi della dottoressa Maria Grazia Modena a Muzzarelli, l'assenza di coraggio da parte di figure di spicco di centrodestra nello spendersi in prima persona... Tutto vero. Ma questo non basta a sollevare le responsabilità della situazione in cui versa ora il centrodestra.
Fatta questa premessa, è ancora possibile immaginare per il centrodestra di correre per non perdere. Pur coi limiti che ci sono stati, si può ancora, anzi si deve, lavorare per provare a regalare a Modena una alternanza politica che manca da 80 anni, perchè, indipendentemente da come la si pensi politicamente, l'alternanza in un regime di monopolio è un valore assoluto. Al di là dal colore del monopolio.
E dunque qual è la principale leva sulla quale Negrini o Giacobazzi potranno agire per cercare di tentare l'impresa? Probabilmente il primo punto di debolezza del centrosinistra è rappresentato proprio dalla sua forza. Un paradosso tutt'altro che assurdo. La debolezza del sistema di potere modenese sta nella presunzione di vincere facile. In casa Pd, Massimo Mezzetti sta già lavorando alla squadra di Governo, gli 8 candidati Pd umiliati dalla segreteria che nemmeno li ha fatti correre alle Primarie, stanno già sognando un posto al sole, o anche all'ombra. Purchè a sedere.
Ecco, probabilmente è questa la leva che può usare il centrodestra: prendere atto della propria debolezza, del ritardo nella individuazione di una alternativa credibile, degli errori commessi e andare oltre. Posticipare l'analisi sulle responsabilità al dopo 9 giugno e provarci con coraggio, nonostante tutto. Vincendo la sindrome dell'agnello sacrificale e sfruttando a proprio favore le granitiche (e presuntuose) certezze Pd. Negrini o Giacobazzi, Giacobazzi o Negrini sono chiamati a questo, dimostrare che, a volte, l'improbabile è la strada più vicina al vero.
Giuseppe Leonelli