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Rifiuti in Emilia Romagna: il contratto, il referente e il compilatore

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La password secretata, il compilatore che non compila, il delegato senza delega, la trasparenza offuscata...


Rifiuti in Emilia Romagna: il contratto, il referente e il compilatore
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Dopo il primo articolo introduttivo sulle norme regionali sui rifiuti e il secondo sulla delega entriamo, con Roberto Monfredini, nel dettaglio del quadro regionale.

Si è sentito immediatamente uno stridore di freni ed una puzza di olio bruciato, o di gomme strinate sull’asfalto, metaforicamente parlando, quando alla faticosa consegna dei dati ORSO, l’ufficio Comunale competente oltre un anno, fa si affannava a disconoscerne la paternità, lasciando esterefatto lo scrivente,  ma anche qualsiasi altro cittadino informato di questo , o che aveva fatto richiesta di Orso al suo Comune.

Era evidente che un Ufficio Comunale non poteva avere un database nel quale erano compilati tutti i dati relativi al sistema dei rifiuti nel proprio territorio, con le voci di costo, le movimentazioni , le destinazioni, senza che il responsabile, che capeggiava come Compilatore in testa al Db, con codice fiscale e generalità, non  ne fosse minimamente a conoscenza, e avesse un minimo di comprensione di quel 20% del bilancio di imposte e tariffe di un Comune.

La generalizzazione del problema, presente in tutti i Comuni, anche i maggiori, con oltre 30 milioni di euro di tariffe TARI /anno,  ha evidenziato una situazione  paradossale  nei Comuni,  gli stessi probabilmente si sono adeguati ad un modus operandi, costruito all’interno di un sistema politico che dava garanzie di copertura certe per qualsiasi cosa.

Anche in questo caso è la Regione Emilia Romagna che ha gravi responsabilità nell’aver avvallato questo sistema,  formato da un inserimento dei dati operato dal Gestore , all’insaputa del  povero funzionario comunale, che vedeva il suo nome scritto sul Db , ma che non aveva la minima conoscenza di cosa fosse un assimilato o un destinatario fittizio , un art 238 o un ristorno CONAI, con una fiducia cieca  totale,  quasi irresponsabile .

Il perno giuridico di tutto risulta essere sempre il Comune, colui che formula i regolamenti comunali , che alza la mano per approvare un PEF, (piano economico finanziario), con il fine di  garantire al gestore la remunerazione del suo lavoro , che trasferisce ai cittadini i costi  con la tariffa.

La   Regione Emilia Romagna  lo ha  esautorato,  espropriato della sua funzione giuridica, ridotto ad un semplice ininfluente attore di una macchina  multifattoriale ,che ha in una Agenzia di Comuni, apparentemente il suo dominus ,ma che invece vede nella gestione politica il perno di tutto, quindi esautorando anche la stessa Agenzia,  si è realizzato in questo contesto il connubio tra imprenditoria privata  e politica, per paradosso, il male della nostra società attuale,  volendo generalizzare.

La ricerca del contratto tra i Comuni o le Unioni dei comuni e il Gestore , che sappiamo essere scaduto , ha fino ad oggi dato  paradossalmente, esito negativo, e per chiarimenti in merito rimandiamo alla  sentenza ANAC  626 sul Gestore in ER di Giugno 2017 che  ha chiarito   molti aspetti.

 Ma il 1 Agosto 2016 , con il DGR 1238, la Regione Emilia Romagna corre ai ripari e modifica l’impaginazione del db Orso, il  Compilatore  diventa il Compilatore/referente, viene quindi ad essere sdoppiata la figura , il funzionario comunale viene ad essere sollevato da una ingrata responsabilità che gli veniva caricata sulle spalle, in pratica con quella password a suo nome diventava prima del 1 Agosto,  il responsabile di tutto quello che accadeva nel Comune in materia rifiuti,  senza esserne a conoscenza.

Da quel giorno il compilatore può essere anche una persona esterna al Comune  (ad es il Delegato Gestore) ed il referente invece viene ad essere sgravato di ogni responsabilità.

IL NUOVO ORSO dal 1 agosto DGR 1238

α) RILEVAZIONE ANNUALE (Finestra di inserimento 15 gennaio – 30 aprile)

Le seguenti tabelle riportano il dettaglio delle singole informazioni previste nel Modulo Comuni di O.R.So. richieste nella rilevazione annuale. a1 - SEZIONE DATI GENERALI (O: obbligatorio – F: facoltativo) e nel DB trasparenza ai fini della comunicazione con i cittadini

Ed ecco  cosa accade nel DGR 1238 semplificando ma che trovate negli specchietti della normativa :

INFORMAZIONE COMPILAZIONE RACCOLTA INDIFFERENZIATA  COSTO ANNUO (IN €)       F

CGIND Costi di gestione del ciclo dei servizi sui RU indifferenziati (CSL+CRT+CTS+AC)        F

CGD Costi di gestione del ciclo della raccolta differenziata (CRD+CTR)       F

CGD Costi di gestione del ciclo della raccolta differenziata(CRD+CTR)        F

Totale costi (CGIND + CGD + CC + CK)        F

Dai primi Orso pervenuti nel 2017 riferiti al 2016 la lettera F  si è trasformata magicamente nei Comuni che abbiamo avuto modo di visionare, in una sequela di pagine bianche, con alcune voci di costo totali inutili.

Ma invece prima del DGR 1238 cosa si trovava nella 2317/2009:

Tabella 4

SEZIONE SCHEDA COSTI

RACCOLTA INDIFFERENZIATA COSTO ANNUO (IN €) CSL Costi di spazzamento e lavaggio strade e piazze pubbliche CRT Costi di raccolta e trasporto RU indifferenziati CTS Costi di trattamento e smaltimento RU indifferenziati AC Altri costi RU indifferenziati CGIND Costi di gestione del ciclo dei servizi sui RU indifferenziati (CSL+CRT+CTS+AC) I costi dei Rifiuti Indifferenziati vanno espressi al netto del Tributo Speciale Discarica (LR 31/96), e comprensivi di IVA.

 Ma il DGR dice una cosa in più questa volta, afferma che il Comune è responsabile della veridicità dei dati inseriti, cioè la Regione stabilisce in una delibera di Giunta Agostana che il responsabile dei dati è il Comune, a differenza della legge 2317/2009 che rimetteva tutto nel Comune o nel suo delegato, (anche se non veniva delegato formalmente) quindi dovrà essere in grado, il Comune,  di verificare se i dati sono congrui , e per questo sono iniziati i  corsi che la RER sta facendo  ai capisettore comunali, al fine di insegnare la basi per utilizzare il db .

Questa decisione , che riteniamo essere stata  una scelta obbligata, (non poteva essere diversamente , non si poteva in questo caso affiancare, come precedentemente, la solita frase : … il Comune o chi per esso, il Delegato ….), cambia le carte in tavola, perché se dovessero apparire dati non veritieri nel db , è il Comune ad aver attestato la veridicità dei dati, e quindi si crea una responsabilità civile e penale all’interno del Comune, che in questo caso è obbligato a fare vigilanza e controllo, e per farla deve avere personale istruito, cosa che non pare sia mai avvenuta.

Forse sono in contrasto la Validazione dei dati ad opera del Gestore Delegato e la responsabilità della Veridicità dei dati inseriti ad opera del Comune. 

Questa continua rincorsa alla normalizzazione giuridica, i vuoti lasciati con attori delegati senza delega , compilatori che non sapevano neppure di essere tali, password secretate conosciute spesso solo dal delegato , informazioni  generiche sulle modulistiche che i compilatori affermano di non conoscere, ha spalancato agli occhi increduli degli spettatori, soprattutto dei consiglieri  comunali, una situazione perdurante di ruoli che la Regione ha cercato di tenere insieme con tutti i mezzi, senza riuscirvi naturalmente, in quanto i diversi ruoli e le diverse aspettative della gestione dei rifiuti, rendono incompatibile tale connubio.

La scarsa applicazione dei cardini legislativi in materia,  efficenza, efficacia, economicità e trasparenza, ha di fatto creato la situazione attuale,  portandoci al livello di essere il maggior produttore di rifiuti in Italia,  con quei 665 kg/ab, in violazione delle norme cardine della 152/06, soprattutto l’art 179, priorità, e non può essere diversamente,  perché il ruolo della Regione non è stato Super partes, ma è Intra partes .

La dimostrazione di questo, che andremo  ad analizzare prossimamente, (Assimilazione) è semplicemente ed infantilmente racchiusa nel fatto che per tenere in piedi il mostro creato, si è continuato a buttare ogni tipo di rifiuto nel RSU, e quindi aumentando IL RSU, in controtendenza di tutte le Regioni Italiane, da qui l’ultimo posto,  a dimostrazione del fatto che il RSU è una macchina produttiva al servizio del Gestore delagato e non del cittadino.

Quindi in sintesi la password secretata, il compilatore che non compila, il delegato senza delega, la trasparenza offuscata,  sono tutte anomalie ritenute probabilmente dalla RER,  marginali e formali , in un settore che vede nel sistema “produttivo “ la remunerazione, il Rifiuto una risorsa per il sistema produttivo non per il cittadino, l’esatto contrario del Dea Minerva,  in pratica ci siamo incanalati in 20 anni,  in un tunnel che ormai ci sta portando al collasso, e per non collassare il primo scalino da compiere è la conoscenza insieme alla trasparenza, solo in questo modo si può invertire la marcia, ma da subito.

Roberto Monfredini


Redazione Pressa
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