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Opinioni Il Punto

Baby gang animate da rabbia sociale: dal sindaco di Modena parole sbagliate, ipocrite e pericolose

Baby gang animate da rabbia sociale: dal sindaco di Modena parole sbagliate, ipocrite e pericolose

Evocare la rabbia sociale per spiegare il fenomeno delle violenze tra minorenni apre un vaso di pandora che rimanda agli anni più bui della storia del Paese


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'Quando vediamo aggressioni da parte di gruppi di ragazzi verso i loro coetanei, aggressioni, non furti, in centro storico, e non magari in periferia, dobbiamo interrogarci: perché vanno in centro storico? Forse non c’è piena consapevolezza in loro. Una volta quella consapevolezza era politica e si esprimeva attraverso il cosiddetto “esproprio proletario”. Oggi diventa una semplice aggressione al coetaneo, proprio in centro storico, dove la ricchezza è più visibile, più manifesta. Una ricchezza che a loro è negata. E quindi è lì che scelgono di compiere il loro atto di rabbia'. Le parole usate dal sindaco di Modena Massimo Mezzetti (qui il video) per interpretare il fenomeno dilagante delle baby gang (esistenza peraltro finora negata dalla stessa assessore Camporota) appaiono sbagliate, pericolose e ipocrite.
Parole sbagliate perchè etichettare in modo manicheo le vittime come ragazzi provenienti da famiglie ricche e gli aggressori come ragazzi provenienti da famiglie povere è semplicemente falso. Lo dimostra il fatto che tra gli arresti compiuti nei mesi scorsi dalla polizia vi erano ragazzi perlopiù di origine straniere, ma alcuni di loro adottati e figli di famiglie assolutamente benestanti. Lo dimostra ancora che alcuni minorenni vittime di brutali aggressioni da parte del branco (ne abbiamo conosciute diverse) hanno genitori con lavori umili, magari separati e con difficoltà ad arrivare a fine mese.
Generalizzare come ha fatto il sindaco usando la chiave di lettura economica è quindi fuori dalla realtà. Senza calcolare che dipingere il centro storico di Modena come luogo di 'ricchezza manifesta' significa conoscere poco la città: basti fare un paragone tra il costo al metro quadrato delle case in centro e il costo, superiore, nelle periferie a sud.
Parole pericolose perchè evocare la rabbia sociale per spiegare il fenomeno delle violenze tra minorenni apre un vaso di pandora che rimanda agli anni più bui della storia del nostro Paese. Anni nei quali proprio in nome di un utopico desiderio ridistributivo si sono compiute violenze immani.
Parole ipocrite perchè pronunciate da un amministratore pubblico che personalmente guadagna 110mila euro lordi all'anno. Sembra poco elegante ricordarlo, ma se chi usa argomenti legati alla lotta di classe è un politico con questo genere di reddito, allora ogni credibilità svanisce. A meno che, ma non possiamo saperlo e se così è ne prendiamo atto, questo politico non sia impegnato da anni a donare i suoi averi ai poveri per dare testimonianza di questo afflato redistributivo.
Ipocrite perchè mentre a parole si mostra solidarietà alle famiglie che non arrivano alla 'seconda settimana del mese', la stessa politica non pare prendere le distanze dalla vanità di cene di gala, ospitate in club esclusivi ed altre amenità. Populista dirlo? No, populista è sventolare buoni propositi che, per primi, si calpestano nei fatti.
Sia chiaro, l'ingiustizia sociale è una realtà, il gap tra una parte del mondo sempre più ricca e una parte del mondo sempre più povera non si discute, ma questo non significa che questo abisso possa essere usato per analizzare i fenomeni di delinquenza giovanile. Le cose sono molto semplici e pare quasi assurdo doverlo ricordare: chi va tutelato è il ragazzo minorenne picchiato dal branco di coetanei (quasi sempre stranieri) non il contrario.
Giuseppe Leonelli
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, sociale ed ec...   

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