Modena, in assenza di leader Muzzarelli resta l'uomo forte del Pd
Facile prevedere giravolte, ritorni a Canossa e nuovi innamoramenti da parte di chi in questi mesi ha provato a criticare la rinascita di Muzzarelli in Regione
In assenza di leader veri a livello provinciale, l'ex sindaco di Modena può permettersi di fare il bello e cattivo tempo e sorridere davanti agli impacciati tentativi di mettergli i bastoni tra le ruote.
Muzzarelli non solo si candiderà certamente alle Regionali, a dispetto della contrarietà di Stefano Vaccari e del suo predecessore Roberto Solomita (oggi braccio destro di Mezzetti), ma ha dimostrato di poter decidere anche sugli altri nomi in lista. Sì perchè è stato Muzzarelli a decidere di promuovere la possibile candidatura di Andrea Bosi in chiave anti-Luca Sabattini ed è sempre stato lui a far salire le quotazioni di Maria Costi per limitare l'intraprendenza e dare un messaggio chiaro a Ludovica Carla Ferrari.
Solomita e Vaccari hanno provato a costruire da zero la candidatura di Vagnini, ma non c'è stato nulla da fare (anche per le intemperanze del dirigente Aou). Hanno provato a ricordare al popolo Pd che a 70 anni, dopo 40 anni di carriera politica e un passato da consigliere regionale e assessore, Muzzarelli non rappresenta esattamente il 'nuovo che avanza'. Hanno provato anche a fare sponda con Stefano Bonaccini, eterno rivale dell'ex sindaco di Fanano. Ma è stato tutto inutile.
Davanti a una classe dirigente Pd in ginocchio e incapace di segnare una linea politica chiara, Giancarlo Muzzarelli si è preso tutto lo spazio possibile e forse di più. Dopo aver imposto che la sua fedelissima Federica Venturelli non si dimettesse da segretaria cittadina, nonostante l'ingresso in giunta, andando allo scontro con lo stesso Massimo Mezzetti e con il suo scudiero Paolo Zanca, la ha utilizzata come garante del suo percorso personale. Una sponda politica puramente tecnica, ma che è stata sufficiente ad annullare ogni resistenza.
Adesso al Pd, o a quel che rimane del Pd modenese, non resta che leccarsi le ferite. Accettare la propria irrilevanza e venire a compromessi con l'eterno uomo-forte che dopo la certa elezione in Consiglio regionale punterà anche all'assessorato, sfruttando l'amicizia con il futuro presidente Michele De Pascale (scontata la sua vittoria sul centrodestra di Elena Ugolini). Facile prevedere quindi giravolte, ritorni a Canossa e nuovi innamoramenti da parte di chi in questi mesi ha provato a criticare la rinascita di Muzzarelli in Regione, scommettendo, male, sul suo declino. Ed egli, con magnanimità, perdonerà i ribelli dopo aver preteso, ovviamente, gesti di sincero pentimento.
Insomma, il capo è tornato, lunga vita al capo.
Giuseppe Leonelli
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