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Post alluvione, la strategia di Bonaccini: dare ogni colpa al Governo

Post alluvione, la strategia di Bonaccini: dare ogni colpa al Governo

Eppure le relazioni tecniche che certificano la responsabilità politica di chi aveva il dovere di gestire la rete idrogeologica regionale non mancano


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'A tre mesi dall’alluvione in Emilia-Romagna, continuano a non venire stanziati i fondi per gli indennizzi a cittadini e imprese. Ma invece di dare risposte, il Governo taglia dal Pnrr le risorse per la difesa del suolo'. La stroncatura rispetto all'operato del Governo nel post alluvione arriva ancora una volta da Stefano Bonaccini. Concetti poi ripresi ieri durante la visita di Francesco Paolo Figliuolo nel bolognese e nell'imolese (foto sopra).
'Abbiamo il dovere di assicurare alle persone che hanno perso tutto che riavranno quello che hanno perso, al 100%, così come il Governo si è impegnato a fare - ha detto Bonaccini -. Lo stesso alle imprese. Il problema è che a oggi non ci sono le risorse per farlo. Ci sono quelle per fare alcuni cantieri, vanno erogate perché chi li realizza deve avere la certezza di poter lavorare. Abbiamo Comuni che hanno usato tutto l’avanzo che avevano per gli interventi urgenti. Abbiamo bisogno dello Stato, del Governo. Quello che possiamo garantire è la forza d’animo, la capacità di rimboccarci le maniche, di lamentarci poco e di collaborare molto'.

Ma accanto a questa ripetuta disponibilità a collaborare, Bonaccini non perde occasione per lanciare critiche al Governo tentando di scaricare ogni responsabilità
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su Roma, dimenticando e mai affrontando il tema della genesi del disastro dell'alluvione in Romagna.
Eppure le relazioni tecniche che certificano la responsabilità politica di chi aveva il dovere di gestire la rete idrogeologica regionale non mancano.
'La ricorrenza dell'evento compreso tra il 16 e il 18 maggio in Romagna è di 20 anni, massimo 50, ben al di sotto di quanto un sistema territoriale potrebbe e dovrebbe reggere - ha detto recentemente a Lugo, riferendosi al bacino idrografico romagnolo e poi ribadito per il bacino bolognese, il professor Stefano Orlandini, ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia -. I sistemi fluviali se ben dimensionati e mantenuti hanno la possibilità di gestire eventi di questo tipo ma non è successo. Il territorio romagnolo si è dimostrato incapace di gestire le precipitazioni. I 781 milioni di metri cubi di acqua caduti e misurati dai 95 pluviometri ci dicono che siamo di fronte ad un evento grande, raro, ma non ci si può fermare a questo dato.
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Se relazionato alla durata delle 36 ore e ad un tempo di corrivazione dei bacini maggiori del territorio romagnolo di 12 ore, emerge come evento con tempo di ritorno 20 anni nella maggior parte dei casi e in alcuni casi 50, comunque non superiori a quelle che sono le possibilità di controllo'.

Bonaccini dal canto non ha mai minimamente sfiorato il tema delle responsabilità in termini di manutenzione e potenziamento infrastrutturale rispetto all'alluvione in Romagna e l'unico ritornello che si leva dalla sede della Regione è l'attacco al Governo, debitamente sostenuto dalla rete politica, associativa e culturale di riferimento. Prima sulla mancata nomina di Bonaccini stesso a commissario (Figliuolo gli ha dato comunque i gradi di subcommissario) e poi sulla mancanza di risorse immediate per procedere coi lavori. Del resto le elezioni locali sono vicine ed è evidente che il tema della sicurezza idraulica sarà centrale in campagna elettorale. Così come sarà centrale il nodo della sicurezza, terreno di scontro all'interno del quale il Pd locale, a Modena in particolare, si muove in modo speculare attaccando il Governo ed evitando ogni autocritica.
Giuseppe Leonelli
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