Opinioni Il Punto

Sicurezza Modena, assessore Camporota capro espiatorio senza coperture Pd

Sicurezza Modena, assessore Camporota capro espiatorio senza coperture Pd

Si pensa davvero che sostituendo l'ex prefetto caleranno drasticamente furti e rapine? Le baby gang si placheranno? Lo spaccio svanirà?


3 minuti di lettura

Spazio ADV dedicata a Tradizione e sapori di Modena
I cittadini modenesi che si sono ritrovati giovedì sera in Sala Pucci l'hanno presa a modello di tutti le voragini, a essere onesti più nazionali che locali, della gestione della sicurezza in città. L'assessore Alessandra Camporota del resto è da mesi il principale (se non unico) bersaglio delle opposizioni e di Fdi in particolare. Resisterà a questo fuoco incrociato?
Il sindaco Massimo Mezzetti nella conferenza stampa del 'primo compleanno' da sindaco ha assicurato che non vi sarà nessun rimpasto, ma è evidente che l'assessore più a rischio è proprio lei.

Il perchè della scelta

Per fotografare meglio la situazione occorre partire dalle motivazioni che hanno portato Mezzetti a volerla fortissimamente in giunta. L'ex prefetto, ancora in carica al momento in cui è iniziato a circolare il suo nome, è stata indubbiamente la 'mossa del cavallo' del nuovo sindaco, un modo (anche coraggioso) per sparigliare le carte perfino a costo di giocare sul filo dell'inopportunità del doppio incarico istituzionale. Ma perchè il primo cittadino ha voluto a tutti i costi la Camporota? La risposta è da ricercare nel suo braccio di ferro col Pd che - in nome della marea di consensi ricevuti - pretendeva 5 nomi su 8.
Mezzetti aveva quindi bisogno di non 'regalare' un altro assessore al Pd filo-Muzzarelli (dopo Venturelli, Guerzoni, Bortolamasi e Maletti) e per farlo doveva mettere in campo un profilo al di sopra di ogni sospetto, almeno agli occhi dei Dem. Chi dunque meglio del prefetto in carica? Quale altro nome più forte della Camporota avrebbe potuto agitare il Pd? Nessuno. Così la scelta del quarto nome non Pd (dopo Zanca, Ferraresi e Ferrari) è ricaduta su di lei.

I limiti

Il problema è che, per evitare di essere ingabbiato dal Pd, Mezzetti si è ritrovato in un'altra gabbia, forse meno viscida ma altrettanto pericolosa. L'assessore Camporota, completamente a digiuno dell'arte (alta o bassa che sia non importa) della politica, è divenuta presto una spina nel fianco, pur in buona fede, del sindaco. Ancora abituata ad essere accolta dal cerimoniale dei guanti bianchi che la carica di 'Sua Eccellenza il Prefetto' le garantiva, Alessandra Camporata si è dimostrata poco incline alle critiche, incapace di affondare le mani nella terra sporca dell'amministrare quotidiano, spesso protagonista di scivoloni dettati proprio dalla inesperienza (si pensi alla famosa frase sulle baby gang o sul 'tutto sotto controllo' pronunciate in Consiglio) e così facendo si è trasformata nel punto debole su cui gli avversari interni ed esterni di Mezzetti si sono potuti esercitare, o sarebbe meglio dire accanire.

Capro espiatorio

Del resto ad attaccare la Camporota non si rischia nulla. L'assessore alla sicurezza non ha padrini politici (il Pd è il primo ad auspicarne le dimissioni per rimpiazzarla con un suo uomo di fiducia), ha una pensione faraonica da prefetto che la rende 'poco simpatica' ai pasdaran del pauperismo, non ha particolari appoggi istituzionali e l'unica sponda sulla quale può appoggiarsi è quella del sindaco stesso. Un sindaco che - per quanto abbia le spalle larghe - non può sobbarcarsi il peso di un assessore sine die (a meno ovviamente che questo non gli serve a mo' di parafulmine).
Il problema è che - al di là delle schermaglie politiche - il tema delle eventuali dimissioni dell'assessore Camporota non ha nulla a che vedere con la reale gestione della sicurezza in città. Si pensa davvero che sostituendo l'ex prefetto caleranno drasticamente furti e rapine? Le baby gang si placheranno? Lo spaccio svanirà? Ovviamente no. Alessandra Camporota è un utile capro espiatorio e, quando smetterà di fungere da parafulmine per Mezzetti, verrà sacrificato per accontentare la folla.
Ma a differenza di duemila anni fa, qui non c'è alcuna Barabba e nessun Salvatore: per garantire la sicurezza occorre un drastico giro di vite del Governo in termini di controlli, telecamere e uomini in divisa. E anche questo scenario da 'stato di polizia', ammesso sia economicamente sostenibile, non è affatto privo di rischi.
Giuseppe Leonelli
Foto dell'autore

Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

La Pressa
Logo LaPressa.it

Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.

Articoli Correlati