Sistema Modena: dal cavallo di Paladino a Miana, appalti e circenses
Una dettagliata analisi firmata da Adriano Primo Baldi che parte dalla grottesca proposta di tre consiglieri Pd di fare un referendum per il cavallo di Paladino
Le minoranze Nelle voci di spesa dei nostri 700mila euro bruciati con la mostra al Mata, c’erano tutti gli estremi per la richiesta di un intervento della Corte dei Conti, ma nessuno della minoranza l’ha fatta. Perché? Perché le minoranze a Modena sono peggiori di quelle del detto di Pisa: “Litigano di giorno e poi di notte si trovano insieme”. La citazione non è proprio esatta: e sicuramente me lo farà notare il mio lettore Mauro Galavotti che tra una gara e l’altra dedica le sue attenzioni ai miei articoli, segnalandomi eventuali imprecisioni con l’intento di aiutarmi; appunto per correggere per rimediare. Così almeno credo ... L’inconsistenza dell’azione politica delle minoranze si può spiegare in tanti modi. Resta che il Pci e i suoi gregari, gregari che in molti casi comprendono anche le minoranze, governa la città da oltre settant’anni. Amministra carriere e appalti; enti di prima e seconda elezione; aziende municipalizzate, e aziende per l’assistenza; aree intese come terreni ma anche come aree di sostegno ai consorzi e alle cooperative dell’edilizia; asili e ospedali; consulenze e trattative private di ogni genere. Le opere pubbliche diventano sovente delle “operette” da teatro di varietà. Si dice, infatti, che da sempre le cooperative si accordano sulla partecipazione alle gare d’appalto facendo “cartello” per non disturbarsi l’un l’altra e per tenere alti i prezzi. Che io sappia non ci sono state sentenze di condanna. Fare cartello è un reato, e l’assenza di condanne dice che: o non si tratta di cosa vera, o i magistrati non ci hanno mai guardato; o le trasgressioni sono sempre avvenute “a regola d’arte”.
L'idealista Miana In questa città vive un idealista particolare che esalta il Pd. E’ Marco Miana (figlio di Silvio Miana, ex segretario della Federazione comunista divenuto deputato e senatore). Marco Miana è stato chiamato (per ideali s’intende) da Muzzarelli (che lui oggi adora) per ricevere l’incarico ad allestire spettacoletti ai Giardini Ducali dietro compenso di 800mila euro. Un miliardo e 600 milioni di vecchie lire, a trattativa privata. Pure per i 700mila euro spesi al Mata, non c’è stata gara d’appalto. Bastava frequentare l’oste o l’osteria giusta. Queste però sono bazzecole. La Cassa Depositi e Prestiti ha salvato, sotto il Governo Pd, con 28 milioni di euro di soldi nostri, il complesso dell’ex manifattura da un fallimento da oltre 40milioni che avrebbe coinvolto banche e cooperative edilizie. Le solite: Cmb, Cme, Cooperativa di costruzioni ecc. Qui, d’altra parte, le cooperative finanziano spesso la campagna elettorale di qualche benemerito, e sostengono i giornali con generose somme con l’acquisto di spazi per la pubblicità. I giornali a loro volta ricambiano tacendo l’eventuale marcio e censurando le voci critiche, come fa la Gazzetta di Modena, in nome della democrazia. La loro democrazia. Altro che cavallo di Paladino. Il cavallo e il suo sterco sono soltanto un diversivo. Stanno devastando in modo scriteriato la città con progetti demenziali. L’area ex Amcm sta per essere cementificata a dovere con il solito supermercato, condominio... La sceneggiata della cittadinanza onoraria a Vasco Rossi, consegnatagli appunto all’ex Amcm in campagna elettorale (presenti e silenziose tutte le minoranze), ha messo in ombra gli interessi delle imprese edili. Ora stanno per recuperare un teatro, anche se dentro di dignitoso non sanno cosa farci per assenza di una politica culturale. Ciononostante continuano ad aumentare i contenitori destinati alla cultura per il giubilo delle cooperative edilizie. Il mese scorso è stato assegnato al consorzio Cme l’appalto da 5milioni per il nuovo teatro delle Passioni e mai nome fu così appropriato.
I contenitori e gli appalti All’ex Amcm alla fine del progetto generale avranno danneggiato il centro storico, il mercato di via Albinelli, e cementificato un’altra zona della città. Poi c’è il progetto Sant’Agostino con 120milioni di euro. Chi farà i lavori? I vincitori della vecchia gara Ccc, Cpl, Cme ecc.? E chi, se no? L’elenco dei disastri è troppo lungo e scandaloso. Mi fermo qui, ma il progetto Vaciglio non si può ignorare. Realizzeranno 550 alloggi residenziali devastando una grande zona verde della città per i festeggiamenti delle solite cooperative: sempre quelle. Tra i costruttori che nel modenese prendono appalti, hanno aggiunto Piacentini: ex editore del giornale Prima Pagina, il solo quotidiano che criticava il sindaco Muzzarelli e il presidente della Regione Bonaccini. Da quando Piacentini ha chiuso il giornale – immagino che l’abbia concordata - è subito apparso nel giro degli appalti. A Modena scompare il verde, diminuiscono i servizi, aumentano gli alloggi sfitti, e il mio, e il vostro appartamento perdono di valore ogni giorno. E’ tutto invenduto e sfitto ma loro continuano a mangiare terreno e a costruire. Perfino il parco cittadino è stato lottizzato con un delirante progetto di chioschi in cemento armato. Due di questi sono di proprietà del capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Andrea Galli. La vera opposizione a questo demenziale progetto, non l’ha fatta Forza Italia ma Italia Nostra anche se da sempre è vicina alla sinistra. Il Comune devasta il suolo e le cooperative edili brindano allo scampato pericolo di fallimento grazie ai nostri soldi com’è avvenuto all’ex manifattura. Naturalmente per il sindaco Muzzarelli ci sono anche problemi che evidentemente lui considera secondari: le ore di fila al pronto soccorso, la sistemazione degli anziani nelle case albergo; il costo delle visite specialistiche ormai tutte a pagamento; l’irrespirabilità dell’aria, la distruzione dell’ambiente e altro ancora; ma di qualcosa si deve pur morire, no? La ginecologa Stefania Vecchi lanciò un appello: “A Modena meno asini e più cavalli”. Giusto, vedremo se con le prossime elezioni vi sarà un’inversione di tendenza o se sarà il caso, magari con un referendum, di importare più cavalli … Adriano Primo Baldi
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