Poletti fa il deserto: ecco le frasi con cui il ministro voluto da Renzi si è fatto 'amare'

Imbarazzo e sconcerto ieri tra i dirigenti Pd modenesi per il flop alla Festa di Ponte Alto. Il ministro del Lavoro Poletti ha radunato un pubblico di poche decine di anziani: una marea di sedie vuote hanno fatto da pubblico al suo intervento.

Del resto lo avevamo detto: il Pd avrà l'Italia in testa, ma sicuramente a Modena  non ha in testa la difesa dei lavoratori (come dimostrano a Modena i recenti casi Mac Mac e Piacentini editore sui quali il Pd ha espresso tutto il suo assoluto silenzio) e si accontenta di snocciolare i dati ottimisti sulla 'ripresa' della amica Cna, associazione guidata per anni dal compagno Maurizio Torreggiani che è in pre-fallimento con un buco da 17 milioni con 'la banca del territorio' Bper.

Ma diciamo che anche il profilo del ministro renzianissimo Poletti ha contribuito alla disaffezione. Per puro dovere di cronaca ricordiamole le dolci uscite del ministro emiliano (ex leader di Legacoop) in tema di lavoro e in particolare di lavoro giovanile:

Novembre 2015: Prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prendere 97 a 21.

Dicembre 2016: Se 100 mila giovani se ne sono andati, non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola... Questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi.

Marzo 2017: Il rapporto di lavoro è prima di tutto un rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum.

Questo è il ministro del Lavoro italiano di un governo di centrosinistra targato Pd. A Modena espresso benissimo dall'intervento di un anno e mezzo fa del deputato Matteo Richetti contro le proteste dei lavoratori nel comparto carni, sfruttati da imprenditori che ovviamente Richetti (essendo alcuni di questi suoi amici personali) difendeva senza se e senza ma.

Questo è lo stile-Renzi in tema di lavoro.

Giuseppe Leonelli