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Ora c'è anche il verbale ufficiale di dissequestro. I carabinieri lo hanno inviato ieri ad Andrea Galli, uno dei proprietari dei chioschi sequestrati da quasi 4 anni e dissequestrati dopo l'assoluzione con formula piena degli amministratori e dei tecnici del Comune e della Soprintendenza.
'Ora l’impegno - aveva spiegato l'assessore Vandelli - è quello di consentire la realizzazione di chioschi che contribuiscano a restituire pienamente questo parco alla città'.
Il caso è chiuso insomma e ha ragione il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ad affermare che 'non si può dimenticare che in questa vicenda ci sono imprenditori e famiglie che hanno pagato un prezzo che nulla ha a che fare col rischio d’impresa'. Detto questo l'attacco a Italia Nostra da parte dell'amministrazione comunale è arrogante e riflette l'incapacità di piazza Grande e del sindaco di accettare voci critiche.
'Lo sviluppo di una città non può rimanere inchiodato a causa delle prese di posizione di chi pretende di imporre le sue tesi minoritarie a suon di ricorsi e carte bollate' - aveva detto il primo cittadino il quale ha rincarato la dose oggi attaccando frontalmente il presidente Losavio (storpiandone addirittura il nome) e accusandolo di 'avere in testa uno schema perverso di democrazia'.
Così non va bene. Nemmeno il tanto vituperato Daniele Sitta era così intollerante alle critiche. Così non va bene, come non va bene non ammettere Italia Nostra alla Conferenza dei Servizi per il Sant'Agostino o fare riferimento a parassiti, come accennato da Giorgio Pighi.
Non va bene. Le sentenze si accettano in positivo e in negativo e non si stigmatizza chi solleva il caso. Abbia questi ragione o torto.
Riflessioni banali per una città dove la banalità è rappresentata solo dall'accettare qualsiasi cosa decida di fare chi comanda.
Leo
Redazione Pressa
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