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'Siamo Modena, ce la possiamo fare. Modena, se vuole, è più forte della paura'. Questo è il grido di battaglia lanciato ieri dal sindaco Giancarlo Muzzarelli in Consiglio comunale. Si parlava del bilancio di previsione (mica di impegno nucleare), ma il sindaco ha usato toni epici che nemmeno Leonida. 'Questa è Sparta' gridava il re greco alla guida dei suoi 300 uomini contro il malvagio persiano Serse e 'Questa è Modena' sembra gridare Muzzarelli, contro l'esercito leghista da egli dipinto come l'impero del male.
Eppure il parallello è solo nei pensieri del sindaco. Nulla vi è di epico, nulla di eroico. Nessuna battaglia per la sopravvivenza è in atto. Muzzarelli non è Leonida e Prampolini non è Serse... Se ne faccia una ragione il ragioniere di Fanano. Modena non è Sparta, il mondo coop che ha sostenuto il Sistema non aveva e non ha nulla di eccelso.
Ed esattamente poi quale sarebbe la paura recondita da scardinare nell'animo dei modenesi, la stessa evocata nel giorno dell'unico vero successo della attuale giunta, il Vasco day? Per cosa o contro chi 'ce la possiamo fare'? L'unica vera paura che appare all'orizzante del sindaco Muzzarelli è quella di non essere rieletto e di diventare il primo candidato sindaco di centrosinistra della Storia repubblicana italiana a non vincere nella rossa Modena. Oltre questa paura non vi è apparentemente nulla. O almeno nulla al quale il sindaco Muzzarelli possa dare una risposta negli ultimi sei mesi di regno, dopo 4 anni e mezzo passati a zittire ogni critica e a governare la città in solitudine attorniandosi di yesman e yeswoman pronti - questo è scontato - a tradirlo, qui sì davvero il parallelo è opportuno, come il povero e meschino gobbo Efialte tradì Leonida.
Detto questo, forse la Lega può cavalcare paure profonde che albergano nell'animo umano, ma il Sistema Modena di cui Muzzarelli è la massima espressione non è e non sarà mai la soluzione. Anzi, ha contribuito a crearla quella paura isolando una fetta di economia, premiando gli amici, trattando i non prostrati - poco importa fossero di destra o di sinistra - come reietti. Se la 'gente' ha paura è colpa di chi non ha fatto nulla per rendere Modena e il nostro Paese un luogo più giusto e plurale, non certo di chi questa paura mostra e sottolinea.
Perchè la battaglia epocale davanti alla quale il sindaco si trova di fronte, quella per cui spendere tutte le carte (il sostegno dei preti, del mondo sportivo, le alleanza con i civici più disparati alla Montanini, le promesse ambientaliste, lo strizzare l'occhio ai 5 Stelle) non è la battaglia per salvare Modena da chissà quale deriva, ma è la battaglia per salvare se stesso. E' triste, ma è così.
Le 'legittime paure per il presente e il futuro, le profonde incertezze della società, le domande che attendono risposte dalla politica' che il sindaco cita servono solo a fare da contorno a questa ambizione, a questa paura di perdere tutto, la stessa che portava il Mazzarò di Verga a gridare, ormai vecchio, 'roba mia venite con me'.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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