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Rifiuti in Regione: l'orrore montagne di vetro e il nodo della salute

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La raccolta differenziata del vetro, i controlli a rimpiattino e il paradosso delle montagne di vetro di San Cesario


Rifiuti in Regione: l'orrore montagne di vetro e il nodo della salute
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Dopo il primo articolo introduttivo sulle norme regionali sui rifiuti e il secondo sulla delega e il terzo sul contratto entriamo, con Roberto Monfredini, nel dettaglio del quadro regionale.

La motivazione predominante, l’impalcatura centrale di tutta la parte IV della 152/06,  il sistema dei rifiuti, risiede nel tutelare la salute e l’ambiente, e pertanto i rifiuti, che sono emersi essere, negli ultimi 20 anni, come un problema globale, legato alla industrializzazione e alla distribuzione delle materie nel mondo, non possono essere considerati combustibili da incenerire, ma devono essere in primis ridotti, portati a zero, prevenzione,  e soprattutto recuperati a prodotto ,e quindi sempre più dobbiamo avere dei sottoprodotti e non dei rifiuti , in quanto inevitabilmente la combustione li riporta nei terreni (vedi COP 21) portandoli  a rientrare nella catena alimentare,  oltre  che a respirarli sotto forma di micro sostanze chimiche spesso cancerogene o tossiche nocive (Moniter).

Paradossale sarebbe se la  Raccolta differenziata, invece di essere  strumento atto alla tutela della Salute e dell’Ambiente, divenisse invece strumento di Inquinamento ambientale,  e cagionasse danni alla salute pubblica, in pratica il danno e la beffa insieme.

In particolare alcuni articoli iniziali della 152/06 parte quarta,  motivano la struttura legislativa con queste parole:

art 177 del DLG 152/06

… prevedendo misure volte a proteggere l'ambiente e la salute umana, prevenendo o riducendo gli impatti negativi… I rifiuti sono gestiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e, in particolare: a) senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, nonche' per la fauna e la flora; b) senza causare inconvenienti da rumori o odori; c) senza danneggiare il paesaggio.

art 178 del DLG 152/06                  

(Principi) 1. La gestione dei rifiuti e' effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di sostenibilità.

.

.

un'elevata protezione dell'ambiente e controlli efficaci… senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, nonche' per la fauna e la flora… senza danneggiare il paesaggio

art 184 ter del DLG 152/06

… l'utilizzo della sostanza o dell'oggetto non portera' a impatti complessivi negativi sull'ambiente o sulla salute umana. 

 

Analizzando la materia vetro che ha visto la provincia di Modena fino al 2014 avere un trend diverso alle altre Provincie della Regione ER,  in merito al  conferimento del materiale vetro ai Consorzi di recupero, con quel valore riportato nella tabella  del 2013  del 51 %, e quel 3700 ton /anno su un totale di 25000  raccolte, destinate ai Consorzi di recupero, in assenza sul territorio delle Provincia di Modena di discariche di vetro, quindi di luoghi nei quali il vetro va ad essere smaltito, (la Emiliana Rottami non è una discarica ma un centro di recupero a MPS , così afferma la Provincia, ARPA e la Regione) ha creato  per questa difformità,  notevoli interrogativi.

In questa materia, che il Report ARPA cita essere il 7% del rifiuto RD  totale , probabilmente qualcosa non ha funzionato, in quanto abbiamo assistito all’accumularsi anomalo di vetro  nel corso di 20 anni , (  la cosidette montagne di vetro ) visibili anche in Autostrada, ma ritenute sempre presenti dalla Provincia di Modena ,  come Materie Prime Seconde atte al recupero e mai come discarica,  atta quindi allo smaltimento.

Ultimamente ARPA con uno studio approfondito nel 2015 presenta dei dati che sono allarmanti , in quanto la polvere di vetro è presente nell’aria circostante lo stabilimento di trasformazione a MPS a S Cesario, (materia prima seconda) e densamente abitata, con valori  MAX prossimi alle 24000 particelle per MC, (un individuo respira mediamente 8 metri cubi di aria giorno), ma è presente, in misura inferiore,  anche nel sito di via Bonvino, distante km dal sito principale (Ponte di S Ambrogio) .

ARPA, nel  2015  trasmette i dati di rilevamento qualità dell’aria per la  presenza particelle di vetro:  ... Si trasmettono in allegato gli esiti delle campagne di monitoraggio effettuate rispettivamente dal 08/06/2015 al 24/06/2015 presso lo stabilimento di Via Verdi e dal 25/06/2015 al 08/07/2015 presso la sede di Via Bonvino.

Nel sito di via Verdi è stata rilevata la presenza di particelle vetrose appartenenti alla classe granulometrica compresa tra 1÷10 µm, nel 100% dei campioni analizzati; la loro concentrazione varia da 919 a 23285 particelle vetrose/m3 di aria ed il valore medio, riferito ai campioni analizzati con esito positivo, risulta pari a 9570 particelle vetrose/m3 di aria. I risultati del monitoraggio 2015 mostrano, nel complesso, valori generalmente superiori a quelli riscontrati nelle precedenti campagne di indagine del 2010 e 2012, anche se dello stesso ordine di grandezza; alcuni monitoraggi giornalieri raggiungono valori prossimi o superiori a 20.000 particelle vetrose/m3 di aria ed il valore medio riscontrato è il più elevato tra quelli rilevati negli ultimi monitoraggi…….

L’Ausl certifica la pericolosità delle polveri di vetro se inalate in CDS a Marzo 2016 , un anno fa:   … Interviene il dott. Amadei dell'AUSL di Modena che conferma integralmente le valutazioni sanitarie già espresse sul potenziale rischio di effetti dannosi per la salute umana delle polveri di vetro. Rileva anche come tali valutazioni siano state confermate nel recente passato da sentenze del TAR in merito al sito di via Bonvino…

A questo punto occorrerebbe chiedersi se il ruolo ricoperto  dalla Regione come controllore del processo di raccolta,  recupero e riciclo, sia stato funzionale ad una corretta applicazione dei dettati legislativi della 152/06 sopracitati,  di un materiale come il vetro,  che si presta benissimo all’essere recuperato. La stessa Regione,  gioca il ruolo cardine in tutta la filiera, infatti  è  lei stessa a  fornire le password ai Comuni  di apertura e chiusura inserimento dei dati, ai  Gestori Delegati e alle Aziende, a controllare la veridicità dei dati, a controllare che la validazione dei dati effettuata con le scadenze  prefissate sia rispettata nei termini di legge, a ricevere i dati dai gestori degli impianti in merito alla percentuale di riciclo, e non certo marginale è il ruolo della Agenzia dei Comuni , ATERSIR.

Logicamente non sminuisce il suo ruolo dopo il 1 Agosto con il DGR 1238, in quanto anche se il Comune è diventato responsabile della correttezza e della veridicità dei dati inseriti in Orso,  la Regione ha funzione di controllo sui dati  e non poteva passare inosservata una situazione di RD vetro , che nulla aveva fino al 2013 , dei crismi di una  RD efficiente ed economica, come afferma l’accordo ANCI CONAI, ma che veniva retribuita nei Consigli Comunali come tale, approvando dei PEF sintetici, che non chiarivano, se non per le esigue cifre stornate ai Comuni a detrazione , una situazione paradossalmente fallimentare, violando palesemente i cardini su cui si regge  il dettato europeo: Efficienza,  Efficacia, Trasparenza, Economicità.

 Atersir in Aprile 2017 risponde con il suo direttore in merito alla tutela della salute legata alla presenza di montagne di vetro  

… La tutela della qualità dell’aria esula dalle attribuzioni di questa AGENZIA, come pure il controllo della corretta conduzione delle imprese che si occupano di riciclaggio e recupero dei rifiuti a valle della raccolta; si rimanda ad ARPAE ed agli altri Enti preposti…”

ATERSIR, come giustamente afferma il suo direttore, si occupa della filiera a monte e non a valle, quindi la tutela della salute e dell’ambiente esula dai suoi compiti,  che  vedono investite invece le Ausl e le Arpa come Agenzia di Controllo. La separazione delle responsabilità risulta un esercizio mentale difficoltoso, ma potrebbe anche essere necessario per comprendere cosa non ha funzionato a Modena. In questo caso però abbiamo una Arpa che effettua le dovute analisi aspirando ed analizzando l’aria nei due siti, via Verdi e via Bonvino, l’Ausl d’altro canto ribadisce giustamente le preoccupazioni scientifiche in sede di Conferenza dei Servizi,  per gli eventuali rischi per la salute pubblica con l’inalazione delle particelle microscopiche di vetro, le stesse preoccupazioni si manifesteranno poi successivamente con una  AIA molto restrittiva, rivolta a  chi  ha il ruolo di trasformatore MPS a fine anno 2016 .

Al di la delle responsabilità dei singoli, se a monte o a valle o in entrambi i casi, del sistema vetro, certamente  il sistema recupero vetro in Rd a Modena,  ha  messo  in evidenza una situazione che almeno fino al 2013 è stata deficitaria per non dire peggio,  risulta estremamente difficile separare mentalmente la macchina produttiva, (monte)  dai dati relativi alle analisi (valle), se facessimo un parallelismo sarebbe come affermare che lo scarico di PFAS in acqua  che può avere risvolti sulla salute dei cittadini vicentini, non è in correlazione con l’Azienda che li produce, e con le strutture atte al controllo del sistema produttivo aziendale e delle sue emissioni, o che lo studio Moniter ha messo in luce una problematica sui parti prematuri, di competenza Ausl, e non certamente riferibile a chi deve controllare il sistema di incenerimento o a quali rifiuti entrano nell’inceneritore.

E’ certamente il nostro sistema entrato in conflitto con il dettato legislativo che vede nella tutela della Salute e dell’Ambiente la motivazione della differenziazione dei rifiuti al fine di recuperarli, ma non solo, i costi sostenuti dai cittadini con il consorzio degli Imballaggi  ed il sistema CONAI, pare non aver funzionato in quanto i ristorni per i Comuni sono stati nettamente inferiori (almeno per i pochissimi dati in nostro possesso) rispetto alle cifre di riferimento degli stessi consorzi di recupero,  anche per Comuni che hanno attuato cifre di 40 kg di vetro /ab, quando il Consorzio di Recupero riferisce  di  670.000 euro./anno per un Comune di 100.000 ab con 29 kg /ab di vetro in classe 5).

Nelle Aule consigliari si è poi proceduto alle approvazioni dei vari PEF annuali che hanno visto un progressivo aumento dei costi, con le voci RID e RD che si equivalgono, circa il 50% cadauna, denotando che ad una remunerazione corretta da parte dei cittadini,  per il 7% del vetro in RD,  non corrispondeva d’altro canto un servizio che potessimo dire essere in BAT (Best Available Technology), con dati generici in un Report annuale , ma soprattutto con una Rd che ha inciso negativamente su Ambiente e Salute come le relazioni ARPAe e AUSL  dimostrano.

Ancora peggiore il danno creato a tutto il sistema, in quanto l’esiguità del ristorno CONAI, ha di fatto deresponsabilizzato il cittadino, che non riceve alcuna informazione in merito alla classe di appartenenza del vetro nel suo Comune e alla conseguente retribuzione di esso (trasparenza?), il che farebbe pensare ad un vetro miscelato di ultima classe, da 5 euro a ton, cioè scarsamente recuperabile e vendibile oltre che  trasportabile . In sintesi la tanto decantata motivazione etica alla Rd in questo caso è rimasta sui cassoni dei Camion , non è arrivata all’utente , primo cardine della filiera e più importante in assoluto, in un sistema di delega malato e patologico. Ma in questo caso  gli effetti collaterali si sono riversati sui cittadini probabilmente violando gli articoli a tutela della salute e dell’ambiente. 

Roberto Monfredini


Redazione Pressa
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