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Ultimo giorno di interviste 'Sotto La Pressa' in vista del voto per il governo della Regione Emilia Romagna di domenica. Ospite della puntata di oggi in diretta Facebook è stato il candidato presidente della lista di sinistra antagonista alla coalizione guidata da Bonaccini, il modenese Stefano Lugli.
Al centro della lista L'Altra Emilia Romagna vi è la lotta al radicamento mafioso, i temi ambientali e il no alla privatizzazione di scuola e sanità.
'In Emilia-Romagna la criminalità organizzata ha oggi un radicamento senza precedenti, anche grazie alla collusione di settori della società che hanno aperto le porte dell’economia e delle professioni alle mafie - afferma Lugli -. L'Emilia Romagna è la terza regione in Italia per lavoratori irregolari, la quarta per interdittive antimafia emesse e la quinta per riciclaggio.
È qui che si è svolto Aemilia, il secondo maxiprocesso del nostro paese contro un’organizzazione criminale di stampo mafioso, dopo quello di Palermo del 1986. È l'unica regione, insieme al Piemonte, che conta al proprio interno tutte le mafie italiane e tutte le mafie straniere. Tutto questo non possiamo accettarlo e ciò che è stato fatto è evidentemente insufficiente'.
Sui temi ambientali L'Altra Emilia Romagna ha sottoscritto le posizioni di Legambiente. 'L'obiettivo comune è molto chiaro e sottende alla svolta verde sempre annunciata (e mai realizzata) che tutela la natura, l'incolumità dei cittadini e il lavoro. I tre elementi sono strettamente correlati e la questione climatica, assieme a quella dell'occupazione sicura e di qualità, è al centro del nostro programma elettorale e lo sarà anche in futuro, perché sempre più la sostenibilità ambientale si identifica con queste pre-condizioni'.
Infine il macrotema della difesa del lavoro (emblematico il caso di Villa Margherita a Modena) e il no alle privatizzazioni nel mondo della scuola e della sanità. 'Il presidente della Regione promette di difendere la sanità pubblica, ma a telecamere spente aumenta le risorse destinate al sistema del privato accreditato come dimostra l'accordo siglato con l’associazione dell’ospedalità privata per aumentare la loro quota di prestazioni specialistiche e di ricoveri a spese del servizio sanitario regionale. Un modello di privatizzazione del tutto sovrapponibile a quello che propone la candidata leghista e che è stato già realizzato in Lombardia e Veneto. Noi de L’Altra Emilia-Romagna lo contestiamo e lo contrasteremo. I soldi pubblici vanno investiti esclusivamente nelle Case della Salute e negli ospedali pubblici'.
Redazione Pressa
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