Ma davvero il Pd può permettersi di avere l'amministratore uscente di Amo come segretario?
Reggianini oggi non solo è il capo del partito che sostiene le giunte della maggior parte dei Comuni soci di Amo, ma è anche il segretario politico del nuovo amministratore unico di Amo
La domanda non è affatto banale. Massimo Mezzetti ha dichiarato che nella vicenda dell'ammanco da 400mila euro (che diventano 500mila con i conti 2025) vi sono state 'falle colossali nei controlli e che occorre resettare tutto'. Bene, benissimo anzi.
Ma se davvero la situazione è così grave, se per Mezzetti occorre resettare tutto in Amo (compreso implicitamente il ruolo del Revisore unico Vito Rosati che ha molteplici incarichi nell'orbita Pd) come è possibile premiare l'amministratore unico uscente, il volto dell'Agenzia, lasciandolo alla guida del primo partito in provincia di Modena?
Stefano Reggianini, appena eletto segretario al posto di 'Teto' Vaccari, oggi non solo è il capo del partito che sostiene le giunte della maggior parte dei Comuni soci di Amo, ma è anche il segretario politico del nuovo amministratore unico di Amo, quell'Andrea Bosi che fino a poche settimane fa era consigliere comunale Pd e che Mezzetti ha voluto alla guida della Agenzia che, è evidente anche a un cieco, andava commissariata. Alla comunità democratica Pd va bene così?
Insomma, Mezzetti non è iscritto al Pd e ha avuto le mani abbastanza libere per tirare bordate ad effetto, il punto ora è capire se le sue sono state sparate un tanto al chilo o se davvero si tradurranno in fatti concreti. Il commissariamento non c'è stato e in Amo tutto continua come sempre, con gli incarichi politici di sempre, nel Pd stessa cosa?
Giuseppe Leonelli
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