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Disuguaglianze nell'infanzia modenese: partiti e sindacati che dicono?

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Mancano ancora in tanti all'appello, soprattutto nell'ambito della sinistra sia in quella di governo cittadino, sia in quella che è rimasta fuori dal consiglio


Disuguaglianze nell'infanzia modenese: partiti e sindacati che dicono?
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Nei giorni scorsi, su queste pagine, avevo posto alcune domande al nostro sindaco. La risposta non è ancora pervenuta, ma conto sul fatto che sia imminente ed esauriente. Nell’attesa, annoto alcune prese di posizione che a prescindere dal contenuto, fa piacere riscontrare.

Mi preme poi segnalare:
- l’impegno della CGIL a tutela dei lavoratori con la “passeggiata” in piazza Grande e la raccolta di cartoline di protesta da inviare al sindaco
- ma soprattutto, e lo voglio sottolineare, l’impegno di tante, tante donne che, sia singolarmente che attraverso le loro associazioni, sono intervenute sui social e anche alla “passeggiata” di protesta; un bell'esempio per tanti maschietti….
Nel dibattito che ne è seguito, anche sui social, sembra quasi, e lo vedremo in seguito, che i partiti si occupino dell’aspetto ideologico, gli uomini delle disuguaglianze salariali degli operatori e solo le donne di quelle sociali dei bambini


CHI C’E’

Il PD interviene con due voci e, come è giusto, a difesa della decisione della giunta.
La prima è quella del responsabile Lavoro nei servizi pubblici della segreteria cittadina del Pd Roberto Melotti interviene sulla decisione di passare alla gestione della Fondazione CresciaMo due nidi modenesi. Nella sua dichiarazione, sostiene che . “….l’origine di tutto è una norma nazionale, voluta dall'allora ministro Giulia Bongiorno, che impedisce ai Comuni di fare le assunzioni che ritiene necessarie.…. Soluzioni come fu quella di CresciaMO (e ora Modena Zerosei) o della Fondazione Pia Casa per i servizi sociali mantengono comunque i servizi in ambito pubblico….. Personale che svolge analoghe mansioni deve poter contare su analoghi diritti”. Quindi, non interviene per nulla sulla frammentazione del sistema che amplifica le diseguaglianze, ma (da buon sindacalista) mette l’accento sui problemi del personale, facendo l’occhiolino a CISL e CGIL.


La seconda è quella di Federica Venturelli, la 23enne studentessa universitaria nonchè consigliere comunale e responsabile Scuola nella Segreteria cittadina del Pd che sostiene che “modelli educativi e formativi volti all’inclusione sociale, alla valorizzazione dei talenti assicurando ad ognuno le opportunità educative, formative e culturali indispensabili per esercitare una cittadinanza attiva…. la Fondazione CresciaMo riteniamo abbia le potenzialità per essere luogo di innovazione e sperimentazione..” Anche, in questo caso, non si interviene nel merito dei problemi, anzi, li si negano. Forse la consigliera ha competenze pedagogiche, esperienze nel mondo della scuola e dati che ci confortino sul fatto che la scuola dell’infanzia modenese sia inclusiva.

Fratelli d’Italia e Popolo della famiglia intervengono a loro volta con la seguente dichiarazione: 'Dalle notizie apprese dalla stampa la Giunta modenese ha avviato il processo di esternalizzazione dei nidi d’infanzia….. l’obiettivo è quello di sopperire al maggior numero di richieste possibili mantenendo un elevato standard qualitativo, poco importa che il nido sia comunale o meno. Se finalmente la Giunta ha deciso di premiare la qualità servizio ad un costo complessivamente minore per la collettività, noi non possiamo che essere contenti di questa inversione di rotta'.”

Sembra un vero e proprio assist alla giunta ed a favore delle scuole private.

Il Movimento 5stelle ribadisce ”Inaccettabile esternalizzare asili nido comunale. Una decisione che ci vede contrari nel merito e nel metodo. Nel merito si dà l’ennesimo colpo alla qualità dei servizi e del welfare cittadino, creando ulteriori problemi a famiglie e lavoratrici del settore. Nel metodo il sindaco ha deciso di non confrontarsi non soltanto con noi, ma con l’intera cittadinanza”.

Potere al popolo dichiara: “Non è da oggi che definiamo il Partito Democratico l'organizzazione politica di governo che meglio della destra interpreta i pensiero neoliberista. E l'ulteriore privatizzazione di altri due nidi, non solo ne rappresenta la conferma ma la continuità di un percorso smantellatore dello Stato Sociale attuato da anni in questa città, regione, nazione. Una privatizzazione attuata per ragione di bilancio e quindi di mercato che nulla ha a che fare con il rilancio di un nuovo modello educativo”

CHI MANCA

Mancano ancora in tanti all’appello, soprattutto nell’ambito della sinistra sia in quella di governo cittadino, sia in quella che è rimasta fuori dal consiglio. Qualcuno batterà un colpo?
Cosa uscirà dal travaglio di Articolo Uno? Saprà ribadire la coerenza con le proprie idee?
I Verdi e Modena Solidale sapranno dimostrare di non essere solo delle liste elettorali a sostegno del PD, ma di avere una propria autonomia di giudizio?
Modena Volta Pagina, che ha tra i suoi punti di riferimento in materia scolastica Adriana Querzè, saprà elaborare una proposta che vada oltre e si (pre)occupi di metter mano alla frammentazione del sistema nel quadro di una visione più ampia ed economicamente sostenibile? Perché comunque la si veda, il problema dei problemi è che l’attuale sistema genera iniquità, ghettizzazione e consolida la stratificazione sociale.

UN DIBATTITO DA ALLARGARE

Oggi, vorrei proporre di approfondire il dibattito allargando le domande, già rivolte al sindaco, agli altri responsabili dei partiti modenesi, ai capigruppo in consiglio comunale, ai singoli consiglieri, ai segretari dei sindacati confederali, ma anche agli operator e agli utenti dei nidi ed ai semplici cittadini. Con l’augurio che stiano sul tema e cioè: come superare l’attuale frammentazione del sistema educativo 3/6 anni che genera iniquità, ghettizzazione e consolidamento della stratificazione sociale e delle disuguaglianze. L’argomento è troppo importante per liquidarlo in pochi giorni e poi buttarlo nel dimenticatoio contando sulla memoria breve dei modenesi.

Ecco le domande:
Lei è al corrente che, a Modena, il sistema dell’infanzia è costituito da scuole che hanno tariffe differenti a cui corrispondono offerte educative diverse? Quale è la sua opinione in merito?
Lei è al corrente che tale situazione ha portato a fenomeni palesi di ghettizzazione? Quale è la sua opinione in merito?
Lei è al corrente che le iscrizioni alle diverse tipologie di scuola rispecchiano la stratificazione sociale della nostra comunità? Quale è la sua opinione in merito?
Lei è al corrente che questo provoca una accentuazione delle diseguaglianze? Quale è la sua opinione in merito?
Lei è al corrente che gli insegnanti hanno contratti, stipendi e stato giuridico diversi a seconda dei differenti gestori del servizio? Cosa che genera discontinuità e mobilità del personale. Quale è la sua opinione in merito?
Lei è al corrente che, su richiesta dei comuni, lo Stato può istituire proprie scuole dell’infanzia?
E che queste non sono a carico del bilancio comunale?
E che per di più sono gratuite pe le famiglie?
E allora, perché, secondo Lei, si continuano a spendere quasi 3 milioni all’anno per mantenere la fondazione Cresciamo (magari aumentando le tasse)?
E perché, se il bilanci comunali piangono, spendere una somma ancora maggiore per le restanti sezioni comunali?
E perché si obbligano migliaia di famiglie a pagare rette più o meno salate, quando il servizio potrebbe essere totalmente gratuito?
Seppur con un piano graduale e scaglionato negli anni, perché non pensare ad un sistema modenese delle scuole dell’infanzia statali, non a carico del comune e gratuito per le famiglie così come già avviene per gli altri ordini di scuola? E’ così disdicevole? E’ forse nostalgico?
E’ così disdicevole imboccare un percorso che, nel tempo, porti ad un risparmio di decine di milioni da poter dedicare ad altri servizi quali nidi e anziani, di cui la competenza esclusiva è del comune?
E’ così disdicevole assicurare ai modenesi una scuola dell’infanzia gratuita, soprattutto in un periodo di grave crisi?
E’ così disdicevole offrire ai modenesi pari opportunità educative a prescindere dal reddito?
Lei è consapevole che, sia in Italia che in Emilia, le scuole comunali sono sempre più residuali?
Infatti, in base ai dati del MIUR del 2018/19, gli iscritti alla scuola dell’infanzia, in Italia, erano in totale 1.460.538. Gli iscritti alle scuole d’infanzia statali erano il 63%. Quelli delle scuole paritarie erano 541.447, pari al 37% di cui le scuole comunali rappresentano il 9% e quelle paritarie private il 28%.
La regione Emilia Romagna nel suo Rapporto informativo sull'offerta educativa 0-6 in Emilia-Romagna relativo all’anno educativo/scolastico 2016/2017, riporta che le scuole comunali rappresentano un misero 17.8% regionale e, in provincia di Modena, solo l’11.8%, mentre le statali stanno al 47.1 regionale e al 51.7 nella nostra provincia.
Lei è al corrente di questa dichiarazione della vice ministro all’istruzione Anna Ascani che è venuta pochi mesi fa a Modena a celebrare i 50 anni dei nidi: ““Al tavolo su agenda governo 2020/2023 abbiamo portato le priorità del pdnetwork sulla scuola: estensione obbligo 3-18 anni, gratuità dei libri di testo e tempo pieno. Investiamo sui talenti di ognuno, sul diritto allo studio universale per far crescere il Paese“. E che, quindi, Modena Zerosei nasce già morto e sepolto?

La Pressa può essere la sede ideale per l’allargamento del dibattito.

Franco Fondriest


Franco Fondriest
Franco Fondriest

Sono di origine trentine, ma ho trascorso la maggior parte della mia vita a Modena. Mi sono laureato in pedagogia ed ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nella mia ..   Continua >>


 


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