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Disuguaglianze nell'infanzia modenese: la grande amnesia

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Intanto, il comune di Bologna, dopo appena sei anni, chiude la Ies, Istituzione educazione e scuola, presieduta dall'ex provveditore agli studi della città


Disuguaglianze nell'infanzia modenese: la grande amnesia
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Nel mio ultimo pezzo su LA PRESSA, oltre a sollecitare nuovamente una risposta dal sindaco, avevo cercato di stimolare un dibattito a più voci che coinvolgesse consiglieri comunali, sindacalisti, cittadini. Ebbene, devo dar atto che qualcosa si è mosso. E di questo, c’è da rallegrarsi; almeno per un po’ si è riusciti, anche grazie a LA PRESSA, a tenere vivo un dibattito che, diversamente, si sarebbe chiuso in pochi giorni con una semplice decisione di giunta.

GLI INTERVENTI

E’ intervenuta Rifondazione comunista che ha dichiarato: 'Riteniamo sbagliata nel metodo e nel merito la decisione della giunta guidata da Muzzarelli di procedere con l’esternalizzazione alla fondazione Cresciamo di due nidi comunali'.

Sono poi intervenuti Paolo Ballestrazzi e Paolo Cristoni che hanno sostenuto che: 'Come sancisce la Costituzione, l’istruzione deve essere pubblica ed il privato, se vuole, può offrire un servizio aggiuntivo e non sostitutivo'.

Una vera lezione di costituzione per chi se ne fosse dimenticato. Noi abbiamo sempre ritenuto che una società è forte se riesce a realizzare il pluralismo 'nelle' istituzioni e non 'delle' istituzioni perché solo in tal modo si garantiscono davvero pari opportunità.

Stefano Neri, figlio del grande pedagogista modenese, professore di sociologia dell’organizzazione e membro del consiglio di amministrazione di Cresciamo, ha dichiarato: 'possiamo senza dubbio parlare di esternalizzazione, ma faccio molta fatica a dire che si tratta di una privatizzazione. Insomma, è vero che siamo un soggetto privato, ma è un soggetto al 100% comunale'.

Infine c’è da annotare l’interessante intervento di Omer Bonezzi, ex sindacalista della scuola e dirigente scolastico il quale ha ben argomentato che il sistema Zero Sei non esiste.

Il sindaco in una nota diretta ai cittadini che gli avevano inviato alcune centinaia di cartoline di protesta, ha risposto sostenendo che: 'Modena Zerosei è un investimento sul futuro della città per rispondere ai nuovi bisogni emersi partendo dall’esperienza straordinaria dei nostri servizi educativi che intendiamo consolidare e innovare… Per esempio, introducendo i Poli 0-6…'

I sindacati CGIL, CISL e UIL, ritengono che: 'Scelte di questa portata non si possono portare avanti attraverso strappi e accelerazioni… Abbiamo inviato come Cgil, Cisl e Uil congiuntamente alle categorie del pubblico impiego e della scuola un’urgente richiesta di incontro al sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli e all’assessora Grazia Baracchi sul modello gestionale 0-6. Da settimane abbiamo manifestato pubblicamente la nostra contrarietà al percorso di esternalizzazione dei nidi del Comune di Modena: non condividiamo l’equazione tra esternalizzazione e innovazione, crediamo fortemente nei servizi pubblici a gestione diretta e nel loro rilancio. Del resto, questo drammatico periodo ci ha insegnato proprio questo, quanto cioè sia fondamentale per la vita e la salute dell’intera comunità una presenza forte e centrale del pubblico'.

Ma come, il sindaco non aveva appena dichiarato che c’era stato 'un confronto serio e approfondito anche con i sindacati?'

Anche Modena Volta Pagina, che non è presente in consiglio comunale, ha voluto prendere posizione: 'A piccoli passi si svende il senso e la qualità formativa dei servizi per l’infanzia comunali che oggi garantiscono pari opportunità ai piccoli. Si aumentano le disuguaglianze e le sperequazioni, si accetta poco alla volta la logica privatistica e si sfruttano i lavoratori in modo inaccettabile. Risultato è che si svendono pezzi di welfare comunale, valori condivisi di cui andavamo orgogliosi'.

Da ricordare, inoltre, l’impegno delle associazioni femminili Blu Bramante e Udi, promotrici della petizione del gruppo Facebook 'I Nidi Non Si Toccano' che, in una loro dettagliata lettera al presidente della regione, Stefano Bonaccini, chiedono di 'darci un’accettabile interpretazione del perché il sindaco di Modena sia andato in una direzione così diversa da quanto i cittadini si sarebbero aspettati… La invitiamo quindi a prendere posizione...'

Corre infine l’obbligo di riportare la preoccupazione dei gestori delle scuole paritarie: ”Il nostro grido di allarme, insieme a quello della CEI e del mondo associativo, nasce dalla verifica del disagio civico ed economico di tante famiglie e dalla sordità del governo giallorosso che continua a trattare la scuola pubblica paritaria ideologicamente, come un oggetto estraneo alla convivenza civile e culturale di questo Paese, elargendo briciole, trattandoci meno delle biciclette e dei monopattini, per i quali stanzia 120 milioni di euro per il 2020 …… Noi siamo gli invisibili per questo governo”.

LE DISUGUAGLIANZE DIMENTICATE

Tutti gli interventi sono stati di grande interesse. Una parte di essi è stata di tipo ideologico: chi si è dichiarato a favore dell’istruzione pubblica in generale, chi a favore del mantenimento del servizio in capo al comune e infine, chi, chiaramente a favore di un sistema misto pubblico/privato.
Un’altra parte, si è occupata maggiormente dei problemi del personale.
Pochi sono stati gli accenni al tema fondamentale che già avevo posto nei miei diversi interventi fin dal settembre 2019: quello della frammentazione del sistema con offerte differenti a “prezzi” differenziati che si rivolgono a target diversi creando gravi situazioni di esclusione, ghettizzazione e stratificazione sociale, andando a colpire le classi sociali più disagiate (2 settembre7 gennaio e 13 febbraio, 29 aprile, 11, 13 e 15 maggio).

PERCHE’ STATALE

Un problema che può essere risolto solo con la completa, anche se graduale, statizzazione del sistema 3/6 anni, così come già avvenuto per gli altri ordini di scuola. E ricordiamolo ancora una volta, la scuola statale è gratuita per tutti i frequentanti e non pesa sul bilancio del comune. Solo la scuola statale è la scuola di tutti dove si incontrano ricchi e poveri, bianchi e neri, appartenenti a diverse religioni ed atei. Questa è la vera forza dell’istruzione pubblica statale italiana. Forse, come è accaduto ora per la sanità pubblica, ce ne accorgeremo quando la perderemo, ma sarà troppo tardi.

La rivista specializzata Tuttoscuola scrive: “L’anello più debole del settore delle scuole paritarie, le scuole dell’infanzia, nell’ultimo quinquennio ha chiuso 528 delle 9.485 sedi funzionanti nel 2015-16, pari ad un decremento del 5,6%. Forse più di un terzo delle quasi 9 mila scuole rimaste, a settembre avrà chiuso. Il passaggio completo degli alunni dalle scuole paritarie (tutte ndr) a quelle statali comporterebbe complessivamente un onere annuale di 4.150.986.500 a carico dello Stato. Meno di quanto è costata quota 100.

TRA FAKE NEWS E DISINFORMAZIONE-LA SCUOLA STATALE E’ SEMPRE GRATUITA

Le rette, si dice, sono più o meno sono tutte uguali.
Ecco allora che mi corre l’obbligo di riportare cosa scrivevo il 2 settembre 2019, nel mio primo pezzo di questo lungo dossier:
In sintesi, si va da un costo annuale di:
- 0 euro (100 con il contributo per le attività integrative) per chi frequenta la statale senza pasto
- di 1.650 massimi per le scuole comunali e di Cresciamo
- di 2.000/3.000 per le scuole convenzionate FISM
- di circa 7.000 e oltre per la frequenza piena nelle scuole vip

Domandina semplice semplice: le famiglie più povere dove iscriveranno i loro figli? Ed il ceto medio? E la crème modenese? Così stanno le cose, piaccia o non piaccia.
Per rendersene conto non serve un sociologo, basta andare una mattina davanti alle scuole…

Un’altra storiella sostiene che bisogna mantenere le scuole in capo al comune perché nelle statali c’è troppa mobilità del personale; fermo restando che quello è realmente un problema, ma non c’è, forse, altrettanta mobilità nelle scuole comunali e private in cui buona parte degli inseganti abbandona il posto appena può per andare nelle statali?

CHI E’ SILENTE

Sono silenti tutti gruppi di maggioranza alla sinistra del Pd: i Verdi, Modena solidale e Articolo Uno con la lodevole eccezione della sua coordinatrice Cinzia Cornia che, fin dal primi giorni di aprile, aveva lanciato l’allarme.
Ma il silenzio più rumoroso è quello dell’ex assessore Adriana Querzè, ex dirigente scolastica, assessore per dieci anni, promotrice della lista Per me Modena, fondatrice, “per necessità”, della fondazione Cresciamo. Sarebbe molto interessante avere una sua opinione sulla vicenda.

Sarebbe utile sapere, ad esempio, se, nelle sue intenzioni:
- Cresciamo era destinata a crescere?
- O, al contrario, era un contenitore a tempo destinato a calare non appena ci fossero state le condizioni?
- Anche i nidi possono essere convogliati in Cresciamo?
- Cosa ne pensa del fantomatico Modena Zerosei?
Sì, sarebbe proprio interessante…

RIASSUMENDO

Il PD è favorevole come anche Fratelli d’Italia e Il Popolo della Famiglia.
Tra i contrari troviamo: il Movimento 5stelle, Rifondazione comunista, Potere al popolo, Modena volta pagina e CGIL, CISL e UIL.
Silenti: Articolo uno, i Verdi e Modena solidale, Lega nord e Forza Italia.
A sostegno è pure intervenuto Stefano Neri, mentre hanno espresso la loro contrarietà Paolo Ballestrazzi, Paolo Cristoni e Omer Bonezzi.
Insomma, un bel dibattito degno della nostra città; con la speranza che non finisca qui.

INTANTO A BOLOGNA

Intanto, il comune di Bologna, dopo appena sei anni, chiude la Ies, Istituzione educazione e scuola, presieduta dall’ex provveditore agli studi della città. Lo può fare perché le spese del personale delle istituzioni, enti di diritto pubblico, vengono computati nel bilancio comunale al contrario delle fondazioni di diritto privato come Cresciamo. Infatti, Modena, non computa la spesa del personale di Cresciamo dentro la propria, ma più semplicemente, lo finanzia.

Franco Fondriest


Franco Fondriest
Franco Fondriest

Sono di origine trentine, ma ho trascorso la maggior parte della mia vita a Modena. Mi sono laureato in pedagogia ed ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nella mia ..   Continua >>


 


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